Grande successo di pubblico mercoledì notte per lo spettacolo “correva l’anno” tenuto ieri a Travo nella piazza del municipio. Lo spettacolo, scritto da Stefano Torre, ha avuto come protagonista il cielo stellato, reso visibile con lo spegnimento delle luci del paese. Lo spettacolo ha accompagnato il pubblico nell’osservazione degli astri e delle costellazioni estive del cielo boreale. La narrazione mescolava sapientemente dati scientifici e storie mitologiche unendo a queste una serie di composizioni poetiche dedicate ed ispirate alle stelle.
Le voci narranti erano alle spalle del pubblico, Andrea Zermani e Cristina Balteri hanno recitato la narrazione delle costellazioni, dei miti e della poesia che la volta celeste porta con se, mentre Anna Chiara Farineti ha cantato le sue libere interpretazioni delle voci delle stelle. La narrazione del cielo è partita dall’evento del 21 giugno 1054, quando fece la sua comparsa nel cielo dell’alba la supernova del granchio nella costellazione del toro. La comparsa della supernova del granchio fu non solo un evento astronomico poiché ebbe fortissime ripercussioni sulla storia dell’umanità la principale delle quali fu lo scisma te le chiese di oriente ed occidente con il Papa di Roma e l’Arcivescovo di Costantinopoli che si scomunicarono a vicenda. Il testo si è poi addentrato nella narrazione delle maggiori costellazioni estive, dal pastore all’orsa maggiore, dalla lira all’aquila e dal cigno all’orsa minore.
Dati astronomici su luminosità e distanza degli astri erano sapientemente mescolati a suggestioni mitologiche e, soprattutto a bellissime poesie composte dallo stesso Torre. Fondamentale alla riuscita dello spettacolo è stata l’opera di Matteo Barilli, che ha curato la parte organizzativa e di Gianluca Monachesi, che ha scelto la colonna sonora.
Stefano Torre, autore del testo, ha offerto al pubblico una dimensione molto diversa da quella del personaggio irriverente e visionario che negli ultimi mesi ha invaso il mondo dei social. Si tratta di una dimensione intima, riflessiva e poetica. Una dimensione che rivela qualcosa di assai più complesso di quanto fino ad ora non sia apparso, ma Torre è schivo ed evita le domande: “desideravo da molto tempo fare qualcosa del genere a Travo, desideravo vedere il paese senza luce la notte. E’ una magia: trovarsi al buio, poter vedere le stelle così come si poteva fare in un passato nemmeno tanto remoto, ci trasporta in una dimensione nella quale è più facile capire tante cose, persino il senso della nostra esistenza”.