“Sedici cartelle di Verdi intestate ad altrettante opere dell’autore ed un’altra con circa 3.000 fogli di abbozzi musicali, appunti e corrispondenza sono stati trasferiti dalla villa del maestro a Sant’Agata di Villanova all’Archivio di stato di Parma. Ciò che il maestro aveva voluto conservare nel piacentino, burocrati ministeriali hanno trasferito a Parma. È l’ultimo scippo perpetrato a carico del piacentino, che nelle sue voci istituzionali neppure protesta”.
È “il grido di dolore” che lancia Patrizia Barbieri, candidato sindaco al Comune di Piacenza per il centrodestra: “Nell’auspicare che S. Agata sia chiamata ufficialmente S. Agata Verdi (trattandosi di frazione, basta una delibera di consiglio comunale) Patrizia Barbieri aggiunge: “Se n’è andato il carteggio del cardinale Casaroli (prima a Parma e poi in Vaticano), se n’è andato l’archivio del card. Opilio Rossi così come se ne sono andate tante istituzioni. Piacenza sembra una città in demolizione e quel che è peggio, nella noncuranza di quella Sinistra che governa la decadenza da 15 anni. Piacenza – conclude la Barbieri – deve avere un sussulto di orgoglio e ritornare ai tempi in cui si difendeva, conquistava credito, non restava supina ad ogni imposizione come quelle della Regione per l’area vasta o come per la Camera di commercio ed il 118, per dire solo delle ultime perdite. Piacenza ha bisogno di amministratori che la amino, anzitutto. E poi, che non si limitino a gestire la decadenza, ma vogliano vincerla”.