Omicidio di Tuna, la vittima era ancora viva quando fu rinchiusa nel sacco e gettata dal ponte

Jagtar Singh era ancora vivo quando venne chiuso in un sacco nero e gettato lungo il greto del fiume Trebbia dal ponte di Tuna. L’agghiacciante scoperta risulta dalla perizia del medico legale effettuata sul cadavere dell’indiano ucciso da quattro suoi connazionali il 27 agosto dello scorso anno. Gli autori sono stati rinviati a giudizio.

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La vittima si chiamava Jagtar Singh , indiano di 34 anni ed è stato ucciso dai suoi colleghi di lavoro perché rubava i loro stupendi. Le indagini serratissime del nucleo investigativo dei carabinieri di Rivergaro in pochi giorni avevano portato all’identificazione dell’uomo trovato legato mani e piedi in un sacco dell’immondizia sotto il ponte di Tuna mercoledì scorso. Quattro indiani sono stati arrestati: Jagroop Singh di 29 anni, Kanwaljit Singh di 33 anni, Daljeet Singh di 35 anni e Jagmohan Singh di 33 anni.Tutti dipendenti, come la vittima, di un’azienda agrituristica nei pressi di Gossolengo. I quattro indiani avrebbero scoperto di essere stati derubati dei loro stipendi che la vittima tratteneva a loro insaputa approfittando del fatto che era l’unico a conoscere l’italiano. Una cifra di quasi 100 mila euro in quasi un anno di lavoro. Quando i quattro indiani si sono accorti del fatto, hanno pensato di fargliela pagare e la loro reazione ha avuto conseguenze tragiche. I titolari dell’azienda aveva denunciato la scomparsa del giovane proprio il giorno stesso del ritrovamento colleghi della vittima.