“Stato Italiano e libertà economica”, lectio magistralis di Sforza Fogliani a Gorizia

Corrado Sforza Fogliani ha tenuto una lectio magistralis nell’ambito del Festival “E’ STORIA” di Gorizia al quale ho partecipato attivamente la scorsa settimana. E’ stata un’esperienza altamente positiva nonché rivelatrice anche di numerose relazioni storiche con la città di Piacenza.
Titolo dell’incontro: “Lo Stato italiano e la libertà economica”; ad esso hanno preso parte, insieme a Corrado Sforza Fogliani, Carlo Lottieri, esponente del pensiero liberale nonché docente di Filosofia Politica all’Università di Siena e Piercarlo Fiumanò.
Si è trattato di un viaggio inquietante nella storia della società italiana odierna condizionata pesantemente dalla presenza dello Stato italiano, pervasiva e di lungo corso; si pensi, a tal proposito, anche solo al Fisco ed alla burocrazia; per questo i relatori hanno cercato di fare chiarezza sulle errate impostazioni di partenza che hanno condotto a questa situazione, ma contemporaneamente hanno offerto ai presenti, valide soluzioni possibili su tutto questo e su come risolvere la tremenda e degenerante crisi economica che investe il Paese.
Corrado Sforza Fogliani è stato lucidissimo e perfettamente conscio della complessità e della gravità del suo discorso. Egli è partito dalla consapevolezza della crisi generale ed immobiliare che risale all’anno 2011 da quando, cioè, è incominciata la paralisi del mercato immobiliare. Egli ha parlato della sfiducia dei proprietari di case, martirizzati dalla tassazione e verso i quali lo Stato risulta fortemente in debito per una fiscalità ingiustificata a cui non corrispondono adeguati contropartite in termini di servizi e di prestazioni comuni. Corrado Sforza Fogliani si scaglia contro il pensiero unico internazionale, facendosi promotore di una nuova tendenza liberale, meglio spiegata nel pamphlet pubblicato una settimana fa per Il Giornale ed intitolato significativamente: “Vogliono rubarci anche la casa”. L’Italia è l’unico paese al mondo con una tassazione così forte imposta dallo Stato e dagli Enti locali i quali non rispondono con adeguati servizi alle richieste della popolazione. Inoltre oggi nessuno sa quanto valga la sua casa né è certo di poterla vendere ad un prezzo congruo dato che il valore degli immobili è diminuito di più del 40% rispetto al 2011 (anno di inizio della crisi).
Il debito pubblico italiano è circa il 132%del PIL e ciò genera un senso di scoramento in tutto il Paese. Un tempo, la proprietà della casa era un mito e costituiva un obiettivo per tante famiglie; oggi l’80 % circa degli italiani sono proprietari delle casa ma non possono contare sul questo capitale perché nessuno sa quando la crisi passerà ed il mercato immobiliare riprenderà il proprio corretto funzionamento anche perché non si è capito da dove e come sia arrivata questa crisi: Corrado Sforza Fogliani cita una frase della Regina Elisabetta che rivolta ad un gruppo di suoi economisti disse: “Perché non mi avete detto che cominciava la crisi?”.
Amaramente la lezione si conclude con il presagio che questa sofferenza – di cui risente anche il sistema bancario – possa portarci ad una condizione rischiosa come quella vissuta nel 1922, anno della Marcia su Roma.
Maria Giovanna Forlani

Radio Sound

 

Sulle tracce di due piacentini illustri e tra i ricordi di famiglia

Guidata dalle sapienti ed illuminanti parole di Bruno Pascoli, cultore di storia militare ed attento interprete della contemporaneità, mi sono recata presso le trincee di Zagora, nei pressi di Gorizia, in occasione del locale Festival della storia (“E’ STORIA”) ove ho ascoltato parecchi illustri conferenzieri. Zagora significa “verso il monte”.
Attualmente è un villaggio di 24 anime ma durante la prima Guerra Mondiale, data la sua posizione strategica sulle gole dell’Isonzo, è stata spettatrice di combattimenti tra le truppe italiane e quelle austriache dall’ottobre del 1915 al giugno del 1916 prima della conquista del Monte Santo e del Monte Vodice. Mi sono recata a Zagora per ritrovare di persona il luogo ove il 29 ottobre 1915 il fratello di mio nonno, Francesco Forlani, fu ferito da una granata. Egli sarebbe poi morto il 23 marzo 1918 nell’Ospedale di Alessandria in seguito alla ferita contratta a Zagora. E’ stato decorato con la croce di guerra al valor militare dal Generale Armando Diaz.
Dai luoghi commoventi di Zagora e Zagomilla, un tempo irte trincee, oggi immensi canaloni coperti di vegetazione, si vede in lontananza il Mausoleo costruito dalle truppe in onore del valoroso ed amatissimo Generale Principe Maurizio Gonzaga, conquistatore del Monte Vodice nel giugno del 1917, validissimo comandante, ardente interventista. Il Mausoleo non è mai stato utilizzato per volere del figlio che preferì tenere le spoglie del padre nel cimitero di Piacenza. Le due trincee nemiche erano tra loro lontane non più di 20 metri e i combattimenti, estenuanti, furono sostenuti prevalentemente dalla fanteria. Poco lontano, il Sacrario di Oslavia che si aggiunge con i suoi 5720 caduti a quelli di Redipuglia e di Caporetto costituendo insieme un monumento ai soldati italiani, austriaci ed ungheresi caduti nella Grande Guerra. Il Principe Maurizio Gonzaga, appassionato cultore di musica, invitò Arturo Toscanini a tenere un concerto al Monte Santo presso il Santuario Mariano del luogo per festeggiare la presa del Monte Vodice il 26 agosto 1917, due mesi prima di Caporetto. Questo gesto fu importante per la motivazione delle truppe stremate dalla vita di trincea ove si erano diffusi nel frattempo, come ci è stato narrato a Gorizia, il tifo petecchiale e la terribile influenza spagnola. Il ’17 era un anno particolare nel quale si intrecciarono speranze e contraddizioni: basta pensare alle apparizioni della Madonna a Fatima dal maggio all’ottobre del ’17 ed alle terribili rivoluzioni russe che ebbero ripercussioni anche a Piacenza.
Il clima che si respira a “E’ Storia” è di grande apertura intellettuale e storico. Il tema di questa XIII edizione è stato: “Italia mia”; tra gli organizzatori ricordiamo Adriano Ossola Beindl e suo padre Giorgio, il mitico libraio, anima del Festival, Bruno Pascoli, e lo storico Massimo Salvadori. Dalla lingua italiana, alla storia patria, alla geografia naturale, alla cultura del vino, alla grande economia (si veda la conferenza dell’avv. Corrado Sforza Fogliani), al culto di Roma (ricordiamo la conferenza di Alessandro Barbero) alla premiazione di Alberto Angela, sono stati giorni intensi e partecipati di giovani e meno giovani con qualche revival italiano, come ad esempio è stata la proiezione de “la dolce vita” di Fellini.
Culmine dell’evento la grande mostra ospitata nel Castello di Gorizia “Dall’Isonzo al Piave”, una suggestiva narrazione della Guerra, dalle 11 Battaglie dell’Isonzo al trionfo sul Piave.
Maria Giovanna Forlani
4 giugno 2017