Chiuso il ponte sul Trebbia: “C’era tutto il tempo per progettare un guado, ma come al solito i cittadini si arrangino”

Da questa mattina, mercoledì 31 maggio, è ufficialmente chiuso il ponte sul fiume Trebbia. E così resterà per 105 giorni. Una scelta discussa, che ha sollevato numerosissime polemiche. Non tanto per la chiusura in sé, considerata necessaria da tutti, amministratori e cittadini. Piuttosto le polemiche hanno riguardato la decisione di non costruire un percorso alternativo, un ponte provvisorio che potesse collegare Piacenza a San Nicolò. Esiste il ponte Paladini, ma secondo i residenti non è sufficiente a contenere l’intenso traffico che si sviluppa da San Nicolò a Piacenza soprattutto in orario di punta.

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“Le problematiche risultate dirimenti e ostative all’iniziativa dipendono, oltreché da aspetti autorizzativi non superabili, anche da perduranti incertezze in merito all’eventuale deducibilità fiscale delle somme che gli operatori economici privati potrebbero mettere a disposizione, in considerazione della loro non trascurabile entità”. Questa la sentenza della Provincia del 31 marzo scorso. Chi proviene dalla Valtidone e Valluretta sostiene di aver incontrato traffico e rallentamenti: “Ma forse anche perché è il primo giorno” sostengono i più ottimisti.

Ma il malcontento dei residenti è palpabile come si evince anche da questa lettera giunta in redazione.

Sono una dei tanti residenti di San Nicolò che, immagino, in questi giorni si troverà a scrivervi. Stamattina sono passata per l’ultima volta prima dello stop sul ponte storico. Dopodiché via con la chiusura. Ci tengo a ringraziare le amministrazioni varie che si sono occupate della cosa e hanno bellamente “fatto finta” di interessarsi e dispiacersi. A cominciare dal carissimo sindaco Veneziani, che stamattina ha “presidiato le operazioni di chiusura”. Vorrei dirgli che poteva restare a casa, a quello ci pensano i vigili e le imprese! Ma forse voleva esserci per comunicare, come ha fatto, di “evitare le ore di punta”! Be, chiederemo tutti quanti ai nostri datori di lavoro di creare fasce orarie alternative, magari scaglionate, per iniziare e finire la giornata lavorativa.

Del resto siamo nel 2017, ed è risultato impossibile realizzare un guado per permettere un passaggio alternativo. Certo, progettiamo ponti sullo stretto di Messina, creiamo il canale di Corinto e il tunnel sotto la Manica, ma un guado o un ponte costruito dal genio pontieri non è realizzabile! Tante le risposte, che vanno dal “non c’era tempo” al “è troppo costoso”. Sono almeno 2 anni che si parla di questa chiusura, ma…mancavano il tempo…e i soldi. E i quattrini che il gigante e raschiani hanno offerto, quelli non li abbiamo proprio considerati…? Usare la strategia della paura è una manovra subdola, il rischio crollo è reale, ma non mi è parso corretto nascondersi dietro a questo motivo per non creare un’alternativa. Questo abbiamo chiesto, un’alternativa, non abbiamo chiesto la “non chiusura”.

Del resto le amministrazioni hanno fatto tanto, hanno creato manovre alternative …

Potenziati gli autobus – certo, ma sempre sul ponte Paladini devono passare. Potenziati i treni – poi una volta arrivato alla stazione ferroviaria di Piacenza fai l’autostop se lavori alle Mose. Fra l’altro abbonamenti gratis disponibili dal 7 giugno, a fronte della chiusura del 31/5…perché Trenitalia deve avere il tempo di adeguare i sistemi! Idem come sopra, sono anni che si sa che il ponte chiude!!!

Autoinfermieristica a San Nicolò – ci mancherebbe, con due ospizi nel raggio di meno di 10 km. Dimenticavo, l’azienda sanitaria per dare questo sevizio, non ha potenziato il personale, ha appesantito i turni a tutti gli infermieri e autisti del comparto 118.

Ambulanza a San Nicolò in h24 e ambulanza a Piacenza attiva 4 ore in più – croce rossa e anpas si reggono per la maggior parte sui volontari e pochi dipendenti. Volontari, alla carica, aumentiamo le ore…
Qui vorrei fare una domanda, ma le amministrazioni cosa fanno?
Mi sembra che per incrementare questi servizi stiano “spremendo” solo le persone, solo i cittadini, solo i lavoratori!!! Insomma, ci dobbiamo arrangiare da soli.

Fra l’altro sarebbe interessante capire, una volta soccorso l’utente, come trasportarlo in ospedale se l’unica strada disponibile fosse bloccata. Moratoria concessa dalle banche per le aziende della zona industriale di Calendasco, concessa dalle banche, ma riguardo ad Imu, Tasi e affini? Pagare e sorridere immagino. È stato chiesto un casello autostradale provvisorio che ci è stato negato, ma nessuno si è sognato di dire a società autostrade di scordarsi di chiudere l’autostrada e deviare il traffico sulle nostre strade.

E dei nostri commercianti, non se ne parla? I benzinai, i baristi e tutti gli altri? Alla fine di questa lettera mi sento di ringraziare tante persone…ringrazio i cittadini, i volontari, gli autisti, gli infermieri, gli artigiani, cioè a tutti coloro che in questa situazione si daranno una mano. Onestamente però non ringrazio nessuna amministrazione, perché sinceramente non ci vedo niente per cui dover ringraziare.

Del resto, abbiamo un ponte unico, nuovo ma unico, ma stiamo tranquilli, ad un’ora dalla chiusura del ponte storico è già successo un incidente e la strada ha funzionato a senso unico alternato…auguriamoci di non stare male, e aver bisogno di arrivare in ospedale…o meglio, cerchiamo di non star male nelle ora di punta e possibilmente a fasce orarie alternate e alternative.