“Sono chiari i dati che emergono dal sondaggio commissionato a Twig srl da noi commissionato, elaborato dal sondaggista Aldo Cristadoro. L’ex presidente della Provincia risulta il più noto tra tutti i candidati sindaco con l’82,3%, a seguire Patrizia Barbieri con il 59%, Paolo Rizzi al 57,6%, Luigi Rabuffi al 42,2%, Sandra Ponzini al 28%, Andrea Pugni al 25%. Manca il candidato Stefano Torre perché al momento del sondaggio non aveva ancora presentato la sua candidatura”. Lo sostiene Massimo Trespidi che ha presentato i dati nel corso di una conferenza stampa.
Il campione a cui sono state sottoposte le domande, telefoniche e on line, è di 607 persone nel periodo dall’8 al’11 maggio. L’errore statistico associato alle stime è compreso tra +/- 0,8% e +/-4%.
“Particolarmente significativi anche i dati relativi alle intenzioni di voto: Massimo Trespidi ottiene una forbice dal 21-25%, preceduto solo da Paolo Rizzi 33-37%, Patrizia Barbieri 19-23%, Andrea Pugni 9-12%, Luigi Rabuffi 7-10%, Sandra Ponzini 1-2%. In caso di ballottaggio Rizzi vs Trespidi le percentuali oscillano tra il 50-54% per il candidato di centro sinistra e 46-50% per Massimo Trespidi. Ballottaggio Rizzi vs Barbieri al primo 52-56%, alla seconda 44-48%. Ballottaggio Rizzi vs Pugni al primo 61-65% al secondo 35-39%. Risulta evidente che la minor forbice, in caso di ballottaggio, è con Massimo Trespidi e considerando la percentuale di errore statistico tra 0.8 e 4%, la sfida è del tutto aperta. Questi risultati ridefiniscono il significato di voto utile per cambiare la città. L’unico voto utile – ha detto il candidato –per mandare a casa la sinistra è votare Trespidi sindaco. Da solo valgo più della coalizione di centro destra, il merito è delle 64 persone straordinarie che si sono candidate e dei tanti volontari che lavorano per la campagna elettorale, oltre all’affetto dei piacentini che incontriamo nella piazze e nelle strade. Con questo voto i piacentini scelgono se vogliono un sindaco libero dai partiti e preparato o condizionato ancora dai partiti. Decideranno gli elettori se scegliere una strada nuova e cambiare metodo o se vogliono continuare a lamentarsi della politica. Il voto utile è quello per Piacenza, non quello per i giochi dei partiti. Con le beghe dei partiti non si può andare avanti. Non è escluso – conclude Trespidi – che i nostri avversari tirino fuori dal cassetto sondaggi segreti. Qualora lo facessero, perché non farlo subito? Forse non gli conviene. Ho sempre detto che siamo liberi dai partiti, non è vero, ad un partito resto fedele: il suo nome è Piacenza”.