Maltrattamenti sui bambini in un asilo della città, arrestate due educatrici. Il Comune: “Siamo parte lesa”

Blitz dei carabinieri in un asilo nido di via Farnesiana. I fatti sono accaduti questa mattina, giovedì 25 maggio. Due pattuglie di militari hanno raggiunto l’istituto, sono entrate nell’edificio e hanno preso in consegna due educatrici. Si tratterebbe di una donna di circa 50 anni e una collega di circa 30 anni, incaricate di gestire una sezione della scuola composta da circa 15 bimbi di età compresa tra 1 anno e mezzo e 3 anni.

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Da quanto emerge pare che le due operatrici mantenessero da tempo atteggiamenti violenti nei confronti dei piccoli: si parla di strattonamenti, spintoni e schiaffi sul volto, comportamenti reiterati che sarebbero stati scoperti e segnalati al 112 dai genitori. Proprio da queste segnalazioni sarebbero partite le indagini: ora la posizione delle due donne è al vaglio delle forze dell’ordine, l’arresto è in attesa di essere convalidato.

Per ora sulla vicenda gli inquirenti non si esprimono e mantengono il più stretto riserbo, ulteriori dettagli sull’operazione potrebbero essere forniti nelle prossime ore.

Nel frattempo interviene il sindaco Paolo Dosi che parla di sgomento per quanto accaduto: “Apprendiamo con sgomento la notizia del fermo di due educatrici di un asilo nido piacentino. Il Comune di Piacenza è parte lesa in questa vicenda e per questo confidiamo in un’azione degli organi inquirenti quanto più rapida e approfondita possibile. È un vero fulmine a ciel sereno, privo del benché minimo campanello di allarme, sia in termini di segnalazioni delle famiglie, che di risultanza dei costanti monitoraggi”.

“Ciò premesso, è tanta la fiducia costruita in anni di collaborazione con le cooperative sociali cui fanno capo le due persone che vorremmo, in attesa di notizie più circostanziate, non si strumentalizzasse il caso, ledendo la reputazione e la professionalità di soggetti privati che impiegano centinaia di dipendenti e che si sono fatti conoscere sul territorio per la qualità e la varietà della loro azione al servizio dei nostri bambini”.

“Per noi resta centrale il sistema di verifica della qualità educativa e della formazione congiunta tra gli operatori pubblici e privati, incentrato sul ruolo del coordinamento pedagogico. Ciò non di meno, per quanto in casi come questi le responsabilità siano individuali, è chiaro che aumenteremo ulteriormente l’impegno affinché il confronto, la supervisione e la stretta vigilanza, che credevamo già ai massimi standard possibili, diventino ancora più stringenti. Il momento è molto grave. Chiediamo per primi il dovuto rigore nei confronti di chi si confermasse colpevole degli addebiti mossi, certi di interpretare anche i sentimenti dei rispettivi datori di lavoro, assumendoci comunque la responsabilità di tutelare un intero sistema da generalizzazioni ingiuste e devastanti sotto ogni punto di vista”.