“Credo sia giunto il momento di cambiare e fare un salto di qualità. Il welfare deve essere aggiornato. D’ora in avanti si parlerà di welfare delle opportunità e delle responsabilità che si rivolge alla persona nella sua globalità”. Con queste parole Massimo Trespidi è intervenuto al confronto con i candidati organizzato da Confcooperative nella sede di Geocart. “L’alleanza tra pubblico e privato sarà sempre più strategica; in questo contesto il Comune deve presidiare il buon funzionamento grazie al ruolo di regia. Il Comune deve assumere il ruolo di programmazione, regolazione e controllo, mentre l’erogazione dei servizi deve essere affidata a soggetti privati in grado di esprimere un alto livello di qualità.
Basta il Comune che si sostituisce al privato sociale, perché deve essere valorizzato ciò che esiste già e la cui esperienza positiva è visibile sul territorio in termini di qualità del servizio e competenze professionali”.
Rispetto al bando protetto per l’integrazione lavorativa di soggetti svantaggiati che l’amministrazione uscente ha approvato, Trespidi si è detto favorevole a proseguire in questa direzione. “Occorre incentivare ed accelerare la marcia rispetto a questo patto. L’ultimo rapporto Istat mostra un forte aumento delle povertà e delle disuguaglianze. L’ascensore sociale oggi è solo verso il basso. Il Comune deve diventare interlocutore capace di essere soggetto proattivo in una logica di coprogettazione, questo significa welfare sussidiario. Dobbiamo credere più in noi stessi che il cambiamento dipende da noi. La soluzione per uscire dalla crisi non arriverà da fuori, ma l’abbiamo già in tasca. Il patrimonio che voi rappresentate è un tesoro – ha detto rivolgendosi ai cooperatori presenti – occorrerà capire i nuovi bisogni, ma questo sistema ha già dimostrato di essere all’altezza della sfida.
Dobbiamo credere in quello che di buono la cooperazione ha fatto a Piacenza. Anziché preoccuparsi di interventi diretti è necessario che il Comune si doti di criteri utili per fare valutazioni di qualità. Occorre aggiornare la struttura operativa e dirigenziale dell’amministrazione rimasta ferma al passato. Oggi ci vogliono strutture più la passo coi tempi, capaci di valorizzare e portare a modello quello che di buono è già stato fatto”.