Riceviamo e pubblichiamo il comunicato.
Rete e partecipazione: queste le parole chiave emerse dall’incontro con l’ex assessore all’urbanistica Pierangelo Carbone, tra i primi in regione a porre sul tavolo due parole dense di significato e sguardo al futuro, non solo di quello del prossimo mandato: “smart city”. Smart come metafora di mobilità sostenibile ed efficienza energetica ma anche redistribuzione delle aree verde, dei campo giochi e delle piste ciclabili. «Credo che un pezzo di smart city sia anche mantenere viva l’energia che si respira in campagna elettorale – racconta Carbone – Come stare in rete anche dopo è una sfida enorme, soprattutto per una lista civica che non si regge sulla burocrazia dei partiti tradizionali».
Secondo Carbone il concetto di Smart city può rappresentare una «cassetta degli attrezzi molto forte» a patto che si riesca a guardare «non soltanto a Piacenza ma anche al territorio circostante». L’idea di una città connessa ed attenta alle tematiche ambientali poggia le sue basi nell’ormai lontano 2007: da allora qualche passo è stato fatto ma la strada da percorrere è ancora piuttosto lunga. «Siamo ancora indietro sulle questioni ambientali – spiega Carbone – ma con idee e tecnologie Piacenza può ambire ad occupare una posizione centrale nonostante il suo status di città periferica». Persone, governance, economia ed ambiente devono costituire le fondamenta avendo ben chiaro che «qualsiasi cosa succede in un contesto: occorre una visione di insieme».
Proprio la visione di insieme è stato uno degli ultimi punti affrontati dall’ex assessore al Rizzi Point di Corso Vittorio Emanuele. «Prendete la via dove ci troviamo ora: possiamo considerarla come una linea con i negozi e le altre attività a costituire dei punti: la teoria delle reti e dei nodi ci aiuta a comprendere meglio il tessuto urbano con la Smart city che non guarda soltanto all’urbanistica ma anche alla sociologia».