“Pianificazione di grandi progetti che cambieranno il volto di Piacenza in uno dei periodi storici più favorevoli a questo cambiamento, ma anche attenzione alle piccole cose in modo che ogni piacentino – giovane, anziano o bambino – “senta” la sua città come una casa. E’ da questa impostazione, che unisce una visione necessariamente di ampio respiro a una più focalizzata sulle necessità di tutti i giorni, che nasce l’idea dell’Ufficio delle piccole cose”. Un’idea che il candidato sindaco Paolo Rizzi ha voluto introdurre nel suo programma e che a sua volta si inserisce nel più ampio contesto dell’attenzione al decoro urbano.
Un tema cruciale, questo del decoro; un tema che Rizzi declina in vari modi compreso quello della sicurezza: più la città è bella e più tende ad essere frequentata in modo sano e quindi ad essere più sicura. Massima attenzione alla bellezza di Piacenza, dunque, e non per vezzo ma perché bello significa buono.
“Vogliamo una Piacenza amica – spiega il professore della Cattolica ed economista – tutti i piacentini dovranno trovare nel Comune un’istituzione che rende facili i rapporti con il governo della comunità”. E in quest’ottica ogni cosa è importante, anche quelle apparentemente più insignificanti. “L’organizzazione del Comune dovrà mostrare la massima attenzione per le “piccole cose” – dice Rizzi – e cioè i problemi segnalati dai cittadini che dovranno essere affrontati tempestivamente e risolti dedicando risorse specifiche ma coinvolgendo anche il volontariato e puntando in generale sul senso civico di tutti”.
E parlare di decoro e funzionalità delle varie aree della città significa anche, nel 2017, parlare di tecnologia: “Dovremo sfruttare fino in fondo le opportunità delle nuove tecnologie – dice il candidato – attraverso una connessione wi-fi gratuita e di qualità in tutti gli spazi pubblici, incluse le periferie e le frazioni”.
E ancora: “Sarà necessario dotare l’Urban Center, presso la Facoltà di Architettura, di nuove funzioni di Ricerca e sviluppo nel settore dell’urbanistica e della qualità urbana e dovrà essere un luogo di partecipazione permanente della cittadinanza”.
“Vogliamo costruire la Casa della città (laboratorio urbano) – dice Paolo Rizzi – come strumento privilegiato al servizio delle politiche urbane e culturali in grado di coinvolgere tutti i cittadini. Questa struttura, da localizzare nell’ex Chiesa del Carmine in via di Recupero, ci permetterà di sperimentare nuove forme di democrazia partecipativa e deliberativa, finalizzata alla costruzione condivisa delle linee guida delle politiche urbane”. L’idea di Rizzi è un nuovo spazio nel quale saranno visibili con plastici e fotografie le aree in via di riqualificazione. Lo scopo è discuterne insieme e scegliere i progetti più utili alla vita collettiva.