“Un nuovo ospedale a Piacenza rappresenta una doppia grande opportunità: da un lato, avere una struttura più moderna, più al passo con le nuove tecnologie, più ampia e meglio fruibile dai pazienti; dall’altro significa restituire alla città spazi che hanno anche parti storiche meravigliose e che insieme potremo riprogettare per il bene dei cittadini”. Si esprime così il candidato sindaco Paolo Rizzi sul tema oggi tanto dibattuto del nuovo ospedale di Piacenza. Tema caldissimo che in questi giorni di campagna elettorale è tornato alla ribalta dividendo gli animi, anche quelli dei candidati a sindaco, praticamente tutti contrari alla costruzione di un nuovo complesso ospedaliero. L’unico a vedere in questa operazione un’opportunità per la città è proprio Rizzi, che l’altro giorno era presente all’inaugurazione del nuovo laboratorio di Immunogenetica, eccellenza regionale e nazionale fino a qualche settimana fa relegata in una sorta di scantinato del Guglielmo Da Saliceto. «Per trovare una sistemazione adeguata a un laboratorio che svolge funzioni indispensabili e preziose – ha spiegato Luca Baldino, direttore dell’Ausl di Piacenza – abbiamo dovuto fare il diavolo a quattro». Morale: l’attuale nosocomio – secondo i vertici dell’Azienda – è piccolo, è in centro storico e quindi poco fruibile da pazienti che arrivano da tutta la provincia e, sempre di più, anche da province vicine ed è sempre meno in grado di reggere la crescita di domanda.
Considerazioni che il candidato sindaco Paolo Rizzi, economista e professore della Cattolica di Piacenza, fa proprie. E rilancia: «Un ospedale strutturato a padiglioni – spiega – ha dei costi di trasporto interno ed energetici molto superiori rispetto a quelli di un complesso moderno, nell’ordine di mezzo milione di euro all’anno in più». Ma non solo: «Un ospedale al passo con i tempi, grande, all’avanguardia, sarebbe in grado di attrarre professionalità di livello che si aggiungerebbero a quelle già presenti a Piacenza. E sarebbe un vantaggio per tutta la comunità».
Tema caldo, si diceva, da vari punti di vista. La prospettiva che l’ospedale venga spostato nella prima periferia della città (dove, è ancora da valutare) è vissuta con timore dagli esercenti di via Taverna che lavorano grazie all’indotto della struttura sanitaria. E proprio a loro si rivolge il candidato Paolo Rizzi, chiedendo un incontro al più presto per poterli ascoltare e per potersi confrontare.