“Il mio modello preferito? Il prossimo”. Così rispondeva sempre Enzo Ferrari, fondatore della storica casa automobilistica. La figura di questo protagonista della storia italiana è stata tracciata con cura questo pomeriggio, giovedì 11 maggio, da Luca Dal Monte, già capo comunicazione di Maserati e di Ferrari Usa, e autore del volume “Ferrari Rex”, biografia dettagliatissima del Drake scritta dopo ricerche durate anni. Dal Monte ha partecipato alla tavola rotonda “Circuito di Piacenza, 11 maggio 1947. A 70 anni dal debutto Ferrari – Ferrari e Piacenza” a cui ha preso parte insieme a Roberto Giolito, storico designer di automobili. Un incontro che rientra nel ciclo di iniziative “Cultura e Motori”. Tra Ferrari e Piacenza esiste un legame fortissimo. L’11 maggio 1947 la prima vettura fabbricata dal marchio, la 125 S, fece il proprio debutto con al volante il pilota Franco Cortese: debutto che ebbe come teatro proprio il Circuito di Piacenza. “Un insuccesso promettente'”, così Enzo Ferrari definì quel debutto, interrotto da un’avaria alla pompa di alimentazione mentre l’auto si trovava al comando della gara. L’insuccesso, però, durò giusto lo spazio di nove giorni: il 20 maggio 1947, nel Gran Premio di Roma, Franco Cortese portò la 125 S al successo. Ma Piacenza pare avere una rilevanza magnetica o simbolica per il Cavallino. Era, infatti, il 14 giugno del 1931 quando Enzo Ferrari vinse la sua ultima gara da pilota: con un’Alfa Romeo 8C 2300 MM conquistò il primo posto assoluto nella Bobbio-Penice. Insomma, un legame davvero significativo unisce la storia del brand al nostro territorio. Senza contare, poi, un lungo elenco di tecnici, specialisti e ingegneri che nel corso degli anni hanno avuto a che fare con la Rossa di Maranello.
“Enzo Ferrari ha vissuto per il suo sogno e per il suo sogno ha sofferto e lottato – spiega Dal Monte – in fabbrica (così lui chiamava lo stabilimento) pretendeva il massimo e forse di più da tutti i suoi dipendenti. Qualcuno sostiene che non avesse rispetto per i lavoratori, che fosse un dittatore, non è così. Pretendeva che chiunque lavorasse per Ferrari si sentisse parte dell’azienda e mettesse lo stesso impegno e la stessa dedizione che metteva lui”.
Poi, nel corso del tempo, il Drake iniziò a nascondere i propri sentimenti dietro a un paio di occhiali da sole, soprattutto dopo la morte del figlio Dino: “Credo di poter dire che nessuno abbia conosciuto totalmente Enzo Ferrari, conoscevi quanto lui decideva di farti conoscere” spiega Dal Monte. E spesso il giudizio degli altri era particolarmente duro, perché duro era il suo carattere.
Secondo l’autore, però, la figura di Ferrari può essere sintetizzata con le parole di Bernie Ecclestone che disse di lui: ‘E’ l’uomo più incredibile che abbia mai conosciuto e di gente ne ho conosciuta veramente tanta. E’ una leggenda come Winston Churchill, si parlerà sempre di lui’. E così, in effetti, è stato” conclude lo scrittore.