Nuovo taglio dei costi della politica in Regione Emilia-Romagna, dove l’Assemblea legislativa ha approvato oggi la riforma dei vitalizi erogati a ex consiglieri e assessori regionali. I vitalizi sono infatti stati eliminati da questa legislatura e non verranno quindi percepiti dai consiglieri e dagli assessori attualmente in carica e da quelli eletti in futuro, che non godranno nemmeno del Trattamento di fine rapporto.
Tra le novità introdotte, l’innalzamento progressivo dell’età per percepire l’assegno, uniformata, per i consiglieri che non hanno ancora compiuto i 60 anni, a quella per la pensione di vecchiaia dei dipendenti pubblici; la riduzione dei vitalizi erogati attraverso il contributo di solidarietà per 36 mesi, e il divieto di cumulo con altri istituti analoghi. Sul sito dell’Assemblea legislativa saranno pubblicati i nomi degli ex consiglieri ed ex assessori regionali che percepiscono il vitalizio.
Nei prossimi tre anni verrà così risparmiato oltre un milione di euro, risorse che saranno destinate prioritariamente, come prevede la norma approvata, al finanziamento delle politiche di sicurezza, legalità e qualità del lavoro, sostegno al microcredito per lo sviluppo dell’imprenditorialità, reinserimento lavorativo e inclusione sociale.
Le misure contenute nella riforma puntano alla riduzione della spesa in continuità con la legge regionale n.1 del 12 marzo 2015, la prima approvata in questa legislatura con il voto unanime dell’Aula e che portò la Regione Emilia-Romagna, prima in Italia, a ridurre l’indennità di carica mensile dei consiglieri, a sopprimere il fondo per le spese di funzionamento dei Gruppi e ad eliminare l’indennità di fine mandato, oltre, appunto, alla cancellazione dei vitalizi.
Soddisfatto il presidente della Giunta regionale, Stefano Bonaccini, che sottolinea come questo mandato si sia aperto con un taglio netto, pari a 15 milioni di euro, ai costi della politica, a cui si aggiungeranno i risparmi, circa 36 milioni, ottenuti entro la fine della legislatura grazie alla riorganizzazione dell’Ente, a partire dal dimezzamento delle direzioni generali.
L’assemblea legislativa ha approvato il progetto di legge presentato dal Partito Democratico, primo firmatario Giorgio Pruccoli, che introduce modifiche alla disciplina del vitalizio per gli ex consiglieri regionali. Sì da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana, astensione di Lega Nord, Fratelli d’Italia, Misto-Movimento democratici e progressisti. Il progetto di legge è stato illustrato in Aula dalla relatrice, Manuela Rontini (Pd): “Dopo aver eliminato, primi in Italia, i vitalizi ai consiglieri in carica e a quelli futuri, vogliamo ora approvarne una revisione organica, riducendo la spesa pubblica con principi di equità e di solidarietà, proseguendo la tradizione di sobrietà che da sempre contraddistingue questo Ente”.
Ma per Tommaso Foti (Fratelli d’Italia-An) il provvedimento è illegittimo sotto più profili. “La Regione non può intervenire in questi campi, che sono materia dello Stato”. Silvia Prodi (Misto Mdp) si astiene: “Non ci sembra la soluzione adeguata, si creano confusioni e disparità in una materia complessa”. Astensione anche da parte di Lega Nord che definisce il provvedimento utile ma “annacquato”. “Ne apprezziamo i principi di equità e giustizia” spiega Gabriele Delmonte “ma abbiamo dei dubbi sulla sua legittimità”. Respinta una serie di emendamenti proposti dal Movimento 5 stelle. “Noi restiamo dell’idea che i vitalizi debbano essere calcolati con lo stesso coefficiente dei lavoratori del servizio pubblico e che l’età debba essere innalzata” sostiene Andrea Bertani (M5s) che critica anche il fattore tempo: “Siamo arrivati in ritardo e già molti altri vitalizi nel frattempo sono stati assegnati”. Tra le proposte dei 5 stelle anche l’estensione del contributo di solidarietà. Un emendamento del Movimento 5 stelle accolto riguarda il divieto di cumulo dei vitalizi nei casi di reversibilità. “Nonostante avessimo chiesto molto di più, abbiamo approvato questa legge, consci che la partita non finisce qui” aggiunge Bertani. “I vitalizi sono un privilegio che fa nascere l’antipolitica”. Non è d’accordo con le parole di Bertani, Igor Taruffi (Sinistra italiana) : “Non bisogna vergognarsi di fare politica, se lo si fa con disciplina e onore. E’ anche giusto ricordare che l’Assemblea legislativa è la meno costosa d’Italia: 7 euro all’anno per ogni cittadino. Non è questo il vero costo della politica”. La norma prevede l’innalzamento dell’età per il conseguimento del vitalizio: si passa quindi dagli attuali 60 anni all’età valevole per il conseguimento del diritto alla pensione di vecchiaia dei lavoratori dipendenti delle pubbliche amministrazioni (66 anni e 7 mesi nella generalità dei casi). I consiglieri nati fra il 1957 e 1963 (che non hanno compiuto il sessantesimo anno di età) potranno conseguire il vitalizio a 60 anni ma con una penalizzazione progressiva in funzione del periodo di anticipo richiesto. Come spiega Rontini: “Attualmente sono 169 gli ex assessori o consiglieri regionali che percepiscono un vitalizio (di cui 34 sono reversibilità); altri 34, invece, non hanno ancora maturato il requisito dell’età e i loro contributi versati ammontano a circa 4 milioni e 20mila euro (è la cifra che l’Amministrazione dovrebbe restituire se tutti loro rinunciassero.
Se così non fosse, la spesa totale per la corresponsione dei vitalizi – ferma restando un’aspettativa di vita di 85 anni – ammonterebbe, negli anni, a 21.201.347 euro). A questa spesa va aggiunta quella delle 8 persone che hanno maturato i requisiti ma per le quali operano cause di sospensione”. Tutti gli assegni vitalizi in pagamento saranno ridotti, per la durata di un triennio, del 6% per la parte oltre 1.000 euro e fino a 1.500 euro, del 9% per la parte oltre 1.500 euro e fino a 3.500 euro, e del 12% per la parte oltre 3.500 euro. La norma introduce anche la non cumulabilità con istituti analoghi. Sulla base dei dati disponibili per gli assegni vitalizi attualmente in erogazione è possibile quindi stimare un risparmio di spesa prudenzialmente quantificabile in circa 1 milione di euro nel prossimo triennio. L’avanzo di denaro in capo al bilancio sarà destinato prioritariamente al finanziamento di politiche di sicurezza, legalità e qualità del lavoro, sostegno al microcredito per lo sviluppo dell’imprenditorialità, reinserimento lavorativo e inclusione sociale. L’applicazione della legge è estesa ai componenti dell’esecutivo regionale e al sottosegretario alla presidenza. Manuela Rontini si dichiara soddisfatta del progetto di legge che definisce “rispettoso delle norme e delle sentenze” e un “atto di buon senso”: “Crediamo che possa portare un contributo al recupero di credibilità e autorevolezza della politica, dando più forza alle istituzioni, anche se siamo consapevoli che il problema della disaffezione e della distanza di tanti, troppi, cittadini dall’esercizio della democrazia non si può ridurre al tema del costo delle istituzioni- conclude. I cittadini devono riconoscere l’impegno istituzionale, che merita di essere retribuito ma senza dare vita a disparità”.