Papamarenghi: “Centrodestra unito intorno a Barbieri, chi sceglie altre strade è una stampella del Pd”

Non ci si sorprende vedere che il lupo perde il pelo ma non il vizio: chi fino a pochi mesi fa faceva da stampella al partito democratico in Provincia – nonostante la richiesta esplicita in senso contrario fatta da Forza Italia fin dal settembre 2015 – oggi infatti si candida per fare da stampella a quello che sarà un peduncolo del PD in Comune.

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E ricordando le lodi tessute da Lucia Girometta, a tutt’oggi consigliere comunale in quota Forza Italia, nei confronti di Patrizia Barbieri che definiva “donna capace ed adatta ad affrontare le scelte inderogabili che Piacenza si trova ad affrontare”, capiamo che non sono certamente motivi ideali a spingere la stessa a non ricandidarsi per sostenere la prima donna che il centrodestra presenta per la carica di sindaco.

Il centrodestra è, finalmente anche a Piacenza, unito per ridare speranza ai piacentini dopo anni di buio calato con la malamministrazione del Partito Democratico, e lo è attorno alla candidatura dell’avvocato Patrizia Barbieri. Chiunque, per ambizioni personali, di punto in bianco decide di intraprendere percorsi diversi, sa di farlo esclusivamente nel tentativo di contrastare il centrodestra e, quindi, per agevolare gli eredi della attuale amministrazione comunale.

Perciò non ha le idee ben chiare colei che, dicendo di conservare i valori di Forza Italia, si dedica al gioco dei personalismi e lavora contro l’unica ed indiscussa candidatura che il centrodestra propone e sostiene: chi è di Forza Italia non ha dubbi ne titubanze sul sostegno all’avvocato Barbieri, e di certo non usa i partiti come ascensori da prendere al momento del bisogno (personale!) e da scaricare quando le proprie mire personalistiche non vengono completamente appagate.

Evidenziamo piuttosto a chi si candida contro Patrizia Barbieri, qualora non fosse abbastanza chiaro, che lo fa contro il centrodestra e che nei fatti finirà esclusivamente per aiutare il partito democratico: farlo è legittimo -seppur incoerente!-, ci mancherebbe, ma almeno sarebbe opportuno farlo senza riempirsi la bocca richiamando “ideali” e “valori” che nei fatti si tradiscono.