Carini interviene sul caso Copra

Il suo comunicato: Le ultime polemiche, pubblicate dalla stampa locale, sulla vicenda COPRA, suscitate dal recesso della stessa dal rapporto associativo con Legacoop, rendono opportune alcune precisazioni.Merita in primo luogo sottolineare che l’adesione a Legacoop da parte di una cooperativa poggia su una condivisione piena e convinta dei valori e dei principi cooperativi, nonché delle regole, che ispirano l’attività di tutela e di rappresentanza di ogni Organizzazione cooperativistica. Non a caso l’adesione è un atto libero e volontario: pertanto, nel momento in cui una cooperativa ritenga che non esistano più le ragioni che l’hanno motivata, è giusto che receda.Ciò detto, vale la pena ricordare che tutta la vicenda ha avuto inizio nel momento in cui i revisori di Legacoop, che per legge e nella loro piena autonomia sono preposti a verificare il rispetto dei suddetti principi e regole, hanno accertato una condotta non in linea con gli stessi. A tale riguardo vogliamo solamente precisare che gli ispettori che hanno eseguito i controlli sono incaricati di pubblico servizio ed operano secondo la normativa vigente e le disposizioni del Ministero competente. Nel merito del loro operato riteniamo altresì che, essendo professionisti stimati e compenti, abbiano agito correttamente e condividiamo le risultanze del loro lavoro.Anche se ciò non fosse stato, peraltro, nulla avremmo potuto.In particolare, occorre ricordare che l’operazione originariamente avviata dal gruppo dirigente di COPRA, peraltro senza coinvolgere adeguatamente la base sociale, era quella di trasferire gran parte del patrimonio e delle attività della cooperativa a società di capitale, con il rischio di cedere a soggetti terzi il controllo degli stessi. Da qui ha preso avvio una fase di confronto, spesso segnata anche da accenti polemici, nel corso della quale Legacoop ha costantemente sollecitato il gruppo dirigente della cooperativa a compiere i passi necessari al ristabilimento dell’osservanza dei principi cooperativi.Nonostante Copra abbia progressivamente ridefinito il progetto originario, con ciò riconoscendo la fondatezza dei rilievi dei revisori, sono rimasti irrisolti due punti estremamente importanti: 1) la sicurezza che il controllo del gruppo imprenditoriale facente capo a COPRA rimanga in mano ai cooperatori; 2) la qualità del rapporto mutualistico tra la cooperativa e gli oltre mille soci che oggi prestano la loro attività non nella loro cooperativa ma nelle società di capitali del Gruppo, al di fuori dei principi che regolamentano le cooperative di lavoro.Si tratta di questioni costitutive l’identità del modello cooperativo e in quanto tali ritenute da Legacoop non negoziabili e su di esse toccherà adesso al Ministero competente esprimere una propria valutazione il cui esito potrebbe ancora comportare l’adozione di specifici provvedimenti.È quindi evidente che Legacoop, lungi dal mettere in campo intenti punitivi di qualsiasi tipo, ha invece cercato di salvaguardare la natura mutualistica di COPRA, a  tutela di tutti i soci e della collettività, anche offrendo tutta la disponibilità a trovare soluzione ai problemi di varia natura connessi allo sviluppo della cooperativa.Nonostante il gruppo dirigente di COPRA abbia deciso di recidere il legame associativo con Legacoop, questo rimane il nostro auspicio per tutti i soci e i lavoratori della cooperativa.Due ultime considerazioni. Prendiamo atto del rammarico espresso dal Presidente di Confcooperative. È un rammarico anche nostro, soprattutto perché crediamo che questa vicenda non possa essere ascritta ad esempio nel libro delle buone pratiche dei rapporti tra Associazioni. Infine, riguardo a quanto affermato dal rappresentante della CISL,  vogliamo tranquillizzarlo: le sue raccomandazioni non ci servono perché siamo abituati da più di 120 anni a confrontarci con le nostre cooperative e a riflettere con esse. Ci sembra, tuttavia, che una vicenda come questa abbia un rilievo esclusivamente associativo. Non si capisce, francamente, quali sarebbero le implicazioni politiche che il rappresentante della CISL intravede.            

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