“Conosciamo la tua identità, costituisciti”. E’ l’appello che i carabinieri rivolgono all’albanese di 26 anni che domenica scorsa, 14 aprile, ha aperto il fuoco contro un marocchino di 18 anni nei pressi di un bar di Alseno, lungo la via Emilia Parmense. La lite tra i due sarebbe nata a causa di alcuni pesanti apprezzamenti rivolti dal nordafricano alla ragazza 23enne dell’aggressore, quest’ultimo dopo insulti e minacce è tornato a casa, ha recuperato una pistola calibro 7.65 e ha sparato un colpo ferendo il 18enne a una gamba. Dopo il colpo l’albanese è fuggito insieme alla compagna a bordo di una Volkswagen Golf di colore scuro.
I carabinieri di Fiorenzuola sono risaliti all’identità del fuggitivo il quale però si è guardato bene dal tornare a casa e ora è ricercato: su di lui pende un’accusa di tentato omicidio ma la sua posizione potrebbe aggravarsi se dovesse decidere di non presentarsi spontaneamente alle forze dell’ordine. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Matteo Centini, sono condotte dai carabinieri della compagnia di Fiorenzuola insieme al Nucleo Operativo dei carabinieri di Piacenza.
E’ emerso che lo straniero non sarebbe dovuto essere in Italia, dopo aver ricevuto due decreti di espulsione. Nel novembre 2015 era stato sorpreso dai carabinieri di San Giorgio in auto con alcuni oggetti da scasso nascosti nell’abitacolo, mentre nell’aprile 2016 era stato trovato dalla polizia alla guida in stato di ebbrezza: in seguito a questo secondo reato era stato accompagnato all’aeroporto di Malpensa per il rimpatrio con il divieto di ritorno in Italia per dieci anni. Nonostante tutto i carabinieri lo avevano ritrovato nel nostro Paese a novembre 2016 ed era stato di nuovo espulso con accompagnamento all’aeroporto. E’ emerso, inoltre, che nel 2015 all’albanese era stato indirizzato un altro decreto di espulsione per alcuni reati legati allo spaccio di droga.