La Stagione Lirica 2016/2017 della Fondazione Teatri di Piacenza prosegue con I Puritani, che andrà in scena venerdì 24 marzo alle 20.30 e domenica 26 marzo alle 15.30. Il titolo, ultimo capolavoro di Vincenzo Bellini, assente da 34 anni dal palcoscenico del Teatro Municipale di Piacenza, si vedrà nel nuovo allestimento coprodotto con Fondazione Teatro Comunale di Modena e Fondazione I Teatri di Reggio Emilia.
La parte musicale dello spettacolo è affidata a Jordi Bernàcer, attuale direttore residente dell’Opera di San Francisco e reduce da recenti successi al Teatro Real di Madrid, al San Carlo di Napoli e alla Los Angeles Opera. Firma la regia Francesco Esposito, con le scene di Rinaldo Rinaldi.
“La mia lettura – anticipa Esposito – si cala consapevolmente nella dimensione culturale dell’Inghilterra del Seicento, al tempo di Oliver Cromwell, quando è ambientata la vicenda, senza nessun bisogno di attualizzare la storia. L’amore tra Arturo ed Elvira si intreccia con lo scontro politico fra il partito dei Puritani e quello degli Stuart, dopo la decapitazione di Re Carlo I, ma è comunque una storia d’amore tra due giovani appartenenti a due mondi differenti, un rapporto amoroso in parte contrastato, così come potrebbe accadere oggi dall’incontro di due ragazzi di etnie o religioni differenti”.
Il soprano russo Irina Lungu, alla quale è affidato il ruolo femminile principale, è protagonista di prestigio internazionale, descritta dal New York Times come «voce di soprano smagliante e di bel peso», «dotata di luminosità», «espansione e calore». Ospite regolare del Teatro alla Scala di Milano, dove ha debuttato nel 2003 sotto la bacchetta di Riccardo Muti, ha interpretato Violetta nella Traviata di Giuseppe Verdi nei maggiori teatri, fra i quali Deutsche Oper e Staatsoper di Berlino, Teatro Real di Madrid, Opéra Bastille di Parigi, Teatro La Fenice di Venezia, e Gilda in Rigoletto al San Carlo di Napoli e al Metropolitan di New York. Nei panni di Arturo si ascolterà Celso Albelo, tenore riconosciuto a livello internazionale ospite nei teatri più importanti del mondo, dal Metropolitan di New York alla Scala di Milano, la Staatsoper di Vienna, la Deutsche Oper di Berlino, il Bolshoi di Mosca, la Royal Opera House Covent Garden di Londra, il Gran Teatre del Liceu di Barcellona, il Teatro Real di Madrid, l’Opéra National de Paris, il Teatro San Carlo di Napoli, la Fenice di Venezia ed il Teatro Massimo di Palermo.
Nel resto del cast, Luca Tittoto vestirà i panni di Giorgio, Fabian Veloz sarà Riccardo Forth, Nozomi Kato Enrichetta di Francia, Lorenzo Malagola Barbieri Lord Gualtiero, e Sir Bruno Roberton sarà interpretato da Juan Pablo Dupré (venerdì 24) e da Kim Keon Woo (domenica 26).
Il Coro della Fondazione Teatro Comunale di Modena è preparato da Stefano Colò; in buca suonerà l’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna.
Nella breve carriera di Vincenzo Bellini, iniziata con la messa in scena di Adelson e Salvini al Conservatorio di Napoli nel 1825, I Puritani figurano come il canto del cigno, precedendo di poco l’inaspettata e drammatica morte del giovane musicista appena trentaquattrenne: dopo il trionfo di questa sua opera al Théâtre des Italien di Parigi il 24 gennaio 1835, nel momento in cui maggiormente sperava e attendeva un contratto dall’Opéra, Bellini si spegne, nel settembre dello stesso anno, in circostanze sconcertanti e in parte misteriose.
La vicenda de I Puritani si svolge in Inghilterra nel 1640, al tempo della guerra civile fra i Puritani, seguaci di Cromwell, e gli Stuart, fedeli al Re Carlo I. L’amore contrastato tra Elvira, figlia del generale dei Puritani, e Arturo, cavaliere degli Stuart, porta la giovane alla follia fino all’atteso e travagliato ritorno dell’amato che, condannato a morte, si salverà in extremis graziato da un’amnistia generale.
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