Di seguito il comunicato del PDCI di Piacenza."Bivacchi, lucciole e lanterne: la sicurezza secondo Reggi e la CarfagnaLa ‘corrispondenza d’amorosi sensi’ tra l’ormai ex centro-sinistra (ora Pd) ed il centro-destra sull’interpretazione da dare al concetto, ed alle politiche, di sicurezza è ormai completa e definitiva.Lo dimostrano la pioggia di ordinanze sindacali piovute negli ultimi tempi, e soprattutto in questi giorni, da parte di sindaci d’ogni colore politico che muovono tutte nella medesima direzione: cancellare la visibilità del fenomeno, ‘ripulire’ la superficie e nascondere la parte oscura della vita cittadina agli occhi dei cittadini ‘normali’, per non turbarne la supposta tranquillità.Piacenza, distintasi negli anni passati per un maggior equilibrio ed una attenzione centrale alle politiche di recupero reale del degrado e di promozione dell’integrazione, purtroppo da oggi non fa più eccezione. Le ultime ordinanze del sindaco Reggi, la cui entrata in vigore è imminente, danno uno schiaffo ad anni di politica della ragione e del dialogo, per abbandonarsi finalmente alle sirene della mediatizzazione e semplificazione del tema sicurezza. Punto primo: alcuni incivili insozzano il territorio urbano con cartacce e rifiuti alimentari? E noi vietiamo ‘i bivacchi’, gli assembramenti di persone (quante? Quali?) che ‘rendono difficoltoso l’utilizzo di spazi pubblici’, soprattutto da parte di famiglie e bambini. Ma chi deciderà, ed in base a quali espliciti e definiti criteri, quando una libera associazione di persone diventerà un fastidioso (e a questo punto illegale) bivacco? Chi deciderà quando un gruppo di ragazzi staranno semplicemente insieme per la strada, esprimendo la loro naturale vitalità, e quando invece si trasformeranno in un branco di insudiciatori? Qual è il confine tra le libertà sancite dalla costituzione (riunirsi, ritrovarsi, parlare e fare capannello, anche per la strada) e le nuove norme antidegrado del sindaco Reggi?Punto secondo: ci sono persone che hanno la pessima abitudine di abbandonare bottiglie di vetro per strada e di alzare la voce di notte, complici i fumi dell’alcol? D’accordo, vuol dire quindi che bisognerà vietare l’asporto ed il consumo di bevande in contenitori di vetro,e per non sbagliare di alcolici contenuti in qualsiasi tipo di contenitore dopo le nove di sera. Nei pub notturni, intanto, cittadini giovani e maturi potranno continuare ad alcolizzarsi in santa pace, alla faccia della sicurezza urbana. Perché una birra è pericolosa se consumata all’aperto, ed invece è innocuo un whisky doppio al bancone di un bar? In che modo può produrre insicurezza l’acol consumato per strada a differenza di quello consumato al chiuso di un esercizio commerciale? Forse gli avventori dei bar, dopo aver legalmente bevuto al chiuso (e pagato il relativo sovra-prezzo della consumazione al tavolo), non si disperdono per la città, non guidano ubriachi, non provocano incidenti? Chi beve per strada, per lo meno, più facilmente si sposta a piedi, provocando meno ‘pericoli’ agli altri. Al posto di intervenire con la presenza sul territorio, per mediare le situazioni nei contesti di quartiere più difficili, si sceglie la via della repressione preventiva, destinata per lo più a rimanere soltanto teorica: chi controllerà, dopo le 9 di sera, nelle vaste zone rubane interessate dall’ordinanza, il completo rispetto delle nuove regole? E noi, normali cittadini che finiamo a volte di lavorare verso le otto di sera, come giustificheremo quella bottiglia di Gutturnio pizzicata sotto il braccio, mentre (a piedi, per non inquinare) stiamo andando a cena dal moroso o dalle amiche del cuore, ahinoi dopo lo scoccare del fatidico coprifuoco?Punto terzo, e più significativo: la gente non vuole vedere prostitute per strada, si sente insicura a causa della loro presenza? E noi multiamo loro, e i clienti, non per il mercimonio in sé, ma per il fatto di averlo mostrato pubblicamente. Tra il sindaco Reggi e la ministra Carfagna, a questo punto piena unità di vedute: la prostituzione è il mestiere più antico del mondo, e chi si sogna di debellarla. Del resto, si tratta di servizi che, se non fossero richiesti anche da tanti ‘normali’ e benpensanti cittadini, non esisterebbero, poiché è la domanda che crea l’offerta in un sistema di mercato. Quel che interessa è che la prostituzione non si veda, per ripulire la visuale (e la coscienza) di tutti. Chi se frega poi se l’ovvia conseguenza di queste scelte sarà che le prostitute vittime di racket odiosi diventeranno sempre più invisibili, e quindi sempre meno aiutabili da parte di chi oggi con grande sforzo cerca di proporre loro un’alternativa di vita dignitosa alla loro condizione. Chi se frega, l’importante è il colpo d’occhio, l’immagine della città, non la realtà delle condizioni di vita di tutte le categorie dei suoi abitanti.Questa visione del mondo è opportunista, ipocrita, e tutto fuor che civile. Per questo plaudiamo alla manifestazione di protesta indetta da rifondazione Comunista, e saremo con loro a testimoniare che così non va, che un altro modo di intendere la città è a questo punto non solo possibile e necessario, ma anche estremamente urgente".Manuela bruschiniEnrico Forellip. direzione federale Pdci di piacenza