Si è svolta ieri sera, nella splendida cornice di Palazzo Gandolfi a Lugagnano, la cerimonia di intitolazione della sala conferenze al mai dimenticato Presidente della Repubblica Luigi Einaudi. A porgere il benvenuto ai numerosi intervenuti è stata l’assessore del Comune di Lugagnano Valeria Tedaldi che, dopo aver ringraziato i relatori, ha passato la parola al sindaco Jonathan Papamarenghi che ha ricordato la figura di Einaudi, evidenziando come le sue idee e la sua politica abbiano tracciato la via del boom economico degli anni 60. La scelta del Comune – ha precisato – è stata dettata dall’ammirazione che l’Amministrazione comunale ha nei confronti della politica di Einaudi, politico che aveva – nella sua essenza – l’obiettivo di mettere tutti sullo stesso piano di partenza, con spazio poi alla volontà e all’intelligenza.
Antonino Coppolino – dopo un excursus sulla vita di Einaudi, integerrimo, e votato, al bene comune – ha ricordato in conclusione il grande successo riportato dal Festival della cultura della libertà – tenutosi nella sua prima edizione il 28 e 29 gennaio scorsi e di cui è programmata una seconda edizione alla fine di gennaio dell’anno prossimo – organizzato a Palazzo Galli dall’Associazione dei liberali piacentini da lui presieduta.
Corrado Sforza Fogliani ha ricordato quindi, in dettaglio, come conobbe Luigi Einaudi, col quale ebbe un fitto scambio di lettere e di idee e con il quale trattenne una lunga consuetudine ideale e di fatti. Ha ricordato anche quando – giovanissimo – ricevette dall’ex Presidente della Repubblica una lettera autografa con cui lo si esortava a non perdere mai, anche in gioventù, il tempo. In che modo? Leggendo quello che non interessa: “solo così si può apprendere anche quello che non si sa già”.
A conclusione della serata è intervenuto l’on. Capezzone (del Gruppo Direzione Italia dei Conservatori riformisti) che ha evidenziato come nei libri di Einaudi siano riportate le basi della buona politica liberale. Difatti – ha sottolineato Capezzone – la prima funzione di uno stato liberale è quella di tutelare il diritto al dissenso, alla critica, alla messa in discussione di qualsiasi idea e provvedimento. Il parlamentare (nella foto, con il sindaco Papamarenghi) ha poi concluso la serata soffermandosi sulla concezione antagonistica della natura umana e della società di Einaudi. In altri termini – ha detto – gli individui danno il meglio di sé quando possono esprimersi liberamente e autonomamente. Da qui – ha precisato sempre Capezzone – la convinzione che il dibattito, il contrasto, la lotta tra ideali e stili di vita diversi costituiscano il motore del progresso e del miglioramento delle condizioni morali e materiali degli uomini.
A conclusione delle relazioni, il ringraziamento del sindaco a tutti i presenti oltre che alle Autorità – tra cui il generale Castagnetti – per una serata che ha definito come punto di riferimento anche per il futuro. La Sala intitolata ad Einaudi reca da ieri una targa nella quale si ricorda l’importanza del pensiero dello statista sul piano morale ed ideologico, corroborata da una vita al servizio delle principali istituzioni italiane a cominciare – oltre che dalla Presidenza della Repubblica – dalla Banca d’Italia e dall’insegnamento che Einaudi continuò ad esercitare anche in Svizzera, dove dovette rifugiarsi all’epoca del fascismo.