Brevi di cronaca

«Sua figlia ci deve del denaro». Con questa bugia, ieri mattina, due persone si sarebbero fatte consegnare circa 600 euro in contanti da un’anziana piacentina, che si trovava da sola in casa in via Broni. La donna ha capito di essere stata truffata solo dopo aver chiamato la figlia, ma a quel punto i truffatori erano già lontani. Poco dopo, forse gli stessi due malviventi si sarebbero spacciati per vigili urbani cercando di raggirare un’altra anziana che abita nella zona di via Forlì. I due truffatori sono stati però costretti ad andarsene per sfuggire all’arrivo della polizia, chiamata dalla signora che aveva capito che i due erano dei malintenzionati.Doppio furto a Fiorenzuola. I soliti ignoti hanno prima rubato da un capannone l’attrezzatura necessaria per lo scasso, poi si sono introdotti nella sede di un’altra impresa artigiana dalla quale hanno rubato materiale e contanti per un valore di oltre 6mila euro. Una azienda piacentina – sul cui nome gli inquirenti mantengono il riserbo – è finita sotto la lente dei carabinieri del ministero delle Politiche agricole e alimentari, che hanno scoperto un traffico di prodotti lattiero caseari scaduti, ottenuti dagli scarti di lavorazione del formaggio, che avveniva tra la Spagna e l’Italia. L’inchiesta ha portato alla denuncia di 16 persone alla Procura di Nocera Inferiore (Salerno), all’emissione di tre ordinanze di custodia cautelare e al sequestro di 90 tonnellate di prodotti contraffatti. Migliaia di chili di formaggi venivano stoccati dall’azienda piacentina, che acquistava i prodotti dalla Spagna per rivenderli come formaggio made in Italy ad altre aziende.Da una vicenda giudiziaria ad un’altra, perché tra qualche giorno i responsabili della Delia di Monticelli e gli altri indagati per lo scandalo del grattugiato ricavato da formaggio avariato avranno la possibilità di dire la loro negli interrogatori disposti dal pubblico ministero Antonio Colonna della Procura di Piacenza, che ha ricevuto il fascicolo dal collega di Cremona Francesco Messina, titolare dell’inchiesta – durata due anni – sul riciclaggio, in aziende lombarde, di prodotti caseari scaduti e ammuffiti. La delega sul proseguimento delle indagini è stata data alle fiamme gialle cremonesi.

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