Foibe, il Comune celebra il Giorno del Ricordo: “La conoscenza di quei fatti è ancora poco diffusa”

Foibe

Tanti giovani, studenti delle scuole medie e superiori, hanno preso parte stamani al Salone degli Scenografi del Teatro Municipale all’iniziativa promossa dall’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea nel Giorno del Ricordo. La rappresentazione teatrale “Nella pancia della balena” e la lezione storica che ne è seguita sono state l’occasione per approfondire la conoscenza e per rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe e dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra.

Luigi Gazzola
Radio Sound

“Il Giorno del Ricordo – ha sottolineato nell’occasione l’assessore alla Promozione della cultura della legalità, Luigi Gazzola – esprime l’umana partecipazione al dolore di una comunità sopraffatta dall’atrocità di una violenza perpetrata nel nome di ideologie nazionalistiche e razziste di cui tutti i popoli europei pagarono il prezzo. A distanza di oltre settant’anni è giusto ricordare l’orrore di una pulizia etnica che indiscriminatamente colpì tutto ciò che era emblema di italianità, senza distinguere tra fascisti e antifascisti, e che travolse migliaia di civili inermi tra i quali donne e bambini. Una pagina di storia che purtroppo non è stata maestra di vita perché altre pulizie etniche sono occorse molti anni dopo ancora in quei territori. Perché quando ferite profonde vengono suturate solo superficialmente con il filo dell’ideologia, quando quel filo cede le ferite tornano a sanguinare. Per ricordare occorre però sapere cosa accadde e in questo senso la conoscenza non è molto diffusa. Bene dunque l’iniziativa dell’Isrec. Per troppo tempo certe atrocità sono state chiuse nei tanti, troppi armadi della vergogna. Un’Italia stremata dalla guerra, sconfitta, desiderosa di mettere una pietra su ciò che era accaduto, i nuovi equilibri internazionali, la ragion di Stato e quella politica hanno nascosto per tanto tempo la verità”.

“La data del 10 febbraio – ha aggiunto Gazzola – coincide con il giorno in cui, nel 1947, furono firmati, fra l’Italia e le potenze alleate vincitrici della seconda guerra mondiale, i trattati di pace. Una pace che non deve mai significare rimozione di ciò che è accaduto ma che sul ricordo della tragedia della guerra deve porre le proprie fondamenta perché questa non ritorni e perché, come dice Pavese, la guerra non sia mai davvero finita solo per i morti. Recuperare il passato serve a trarne un insegnamento morale, una nuova consapevolezza civile riguardo al valore universale della pace e all’importanza della coesione. La speranza è che proprio nelle sofferenze di ieri, la nuova società multietnica, libera e aperta, possa trovare la propria ragione d’essere; perché le identità culturali e nazionali che settant’anni fa furono motivo di scontro, oggi vengano riconosciute quale diritto inalienabile di tutte le genti, con la consapevolezza che il dramma delle Foibe non può né deve essere dimenticato, ma resta un monito importante per costruire il nostro cammino futuro di italiani ed europei”.

E ha concluso: “Nella complessità della realtà presente, la scuola svolge un ruolo primario nella promozione della cultura delle differenze e del rispetto, ponendo le basi per un società aperta e inclusiva. A partire dalle giovani generazioni occorre quindi educare ai diritti, ai doveri e alle libertà fondamentali per favorire lo sviluppo di una cittadinanza consapevole e realizzare un cambiamento culturale profondo che sta alla base di una società più umana e pienamente inclusiva”.