Ripensare al sistema turistico piacentino dopo la chiusura dello Iat di Borgonovo

La chiusura dello IAT Valtidone -Val Luretta di Borgonovo pone degli interrogativi sul futuro del’informazione turistica in Valtidone-Luretta ed è il motivo per cui il consigliere provinciale Matteo Lunni  ha presentato un’ interrogazione nella quale chiede:

  • Se non si ritenga che, per varie ragioni congiunturali, sia venuto il momento di ripensare il sistema turistico pubblico piacentino;
  • Quali siano gli indirizzi che si intende adottare per il futuro in materia di informazione e promozione turistica e se si intenda concordarli con Comuni, Categorie, Associazioni e operatori privati;
  • Quale sia l’ammontare delle risorse che si intende investire a sostegno della rete informativa turistica nei prossimi anni, fatto salvo il mantenimento invariato del trasferimento regionale alla Provincia;
  • Se si intenda attivare un confronto con i Comuni della Valtidone-Luretta per ridefinire le politiche di promo-informazione turistica dell’area, evitando la frammentazione e la dispersione di quanto si è creato negli ultimi sedici anni e promuovendo la ricollocazione del personale che lavorava nello IAT.
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premesso che:

 

  •  Con la Delibera n. 1213 del 29/07/1999 recante “Approvazione dell’accordo ai sensi della L.R. 30/96 del programma speciale d’area Azioni integrate Val Tidone – Val Luretta” il Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna ha siglato con la Provincia di Piacenza ed i quattordici Comuni della zona un patto per lo sviluppo di questa parte del territorio piacentino;
  • All’Art. 1 A) si dice che il Programma è finalizzato a “Valorizzare l’offerta turistica e agroalimentare attraverso il potenziamento e la promozione dell’offerta enogastronomica, congiuntamente al patrimonio costituito dalle emergenze storico-architettoniche e naturalistiche presenti nell’area. L’obiettivo perseguito è quello di consolidare e ampliare i mercati turistici di riferimento, di rafforzare la cultura imprenditoriale locale e di innalzare il livello qualitativo (anche in termini di impatto ambientale) delle produzioni agroalimentari tipiche.”;
  • All’Art. 9 punto 1.1 A) si dice che “La Provincia di Piacenza si assume l’impegno di predisporre un progetto di azioni mirate allo sviluppo del settore agroalimentare in relazione alla promozione turistica” e che “La Provincia di Piacenza viene individuata come soggetto attuatore della proposta”, nonché come “Coordinatore del progetto, [da concertare con] i Comuni interessati, la società Piacenza Turismi, le Associazioni di Categoria, il Consorzio Vini DOC e l’ASSOVIP.”;
  • A seguito di tale impegno e nell’ottica di un’offerta turistica locale di massima qualità, la Provincia previde di inserire nel progetto la creazione, a servizio delle due Valli, di un punto di Informazione e Accoglienza Turistica (IAT), istituito secondo le modalità previste dalla L.R. n. 07/98;
  • Lo IAT Valtidone-Luretta ha iniziato la propria attività nel 2000, nei locali della Rocca di Borgonovo, costituendo il primo (e unico per diversi anni) esempio, nel piacentino, di promo-informazione turistica integrata tra più Comuni;
  • Il mantenimento degli alti standard qualitativi previsti dalle DGR n. 19/99 e 045/05 imponeva elevati costi gestionali, ammontanti a circa 40mila euro all’anno, 25mila dei quali a carico dei quattordici Comuni e 15mila della Provincia, garante, attraverso un cospicuo contributo, della sostenibilità economica del servizio;
  • Malgrado sia rimasto praticamente invariato nel corso degli anni il trasferimento regionale alla Provincia per il raggiungimento degli obiettivi turistici locali, l’aumento degli impegni di spesa a carico di tale capitolo ha portato, alla progressiva riduzione del contributo provinciale allo IAT Valtidone-Luretta (così come agli altri IAT piacentini), passando da 15mila euro a 14mila, poi a 10mila (2015), sino ad arrivare a 7mila (2016);
  • Questa diminuzione ha reso impossibile la sopravvivenza dell’Ufficio agli standard qualitativi previsti dalla Regione, soprattutto a fronte dell’oggettiva difficoltà dei Comuni, non solo ad aumentare la propria quota, ma addirittura a garantire quella esistente;
  • Inoltre le incognite ancora esistenti sul futuro del turismo emiliano-romagnolo e la sua gestione a seguito della recente approvazione della L.R. n. 04/16 hanno lasciato nell’incertezza gli Amministratori dei quattordici Comuni che, approfittando della scadenza, il 31 dicembre scorso, della Convenzione in essere per la promozione e l’informazione turistica hanno preferito non rinnovarla portando, di fatto, alla chiusura dell’ufficio IAT lo scorso 1 febbraio e, conseguentemente, alla cessazione di tutte le attività ad esso collegate, nonché alla perdita del posto di lavoro delle due operatrici che vi prestavano servizio;
  • In oltre sedici anni di attività lo IAT aveva creato una banca dati con migliaia di contatti diretti (2549 nei soli primi otto mesi del 2016) e e-mail (4000 nei soli primi otto mesi del 2016), nonchè 785 iscritti alla newsletter settimanale (dato 2015, ma soprattutto fungeva da collante tra i Comuni, le Associazioni e gli operatori privati del settore. Il gradimento rispetto all’operato dello IAT è confermato dalle tante mail di sostegno pervenute dopo la diffusione della notizia della chiusura.

 Considerato che:

  • La Provincia, come riscontrabile nei PTPL annuali, si è sempre premurata di garantire una gestione delle politiche turistiche pubbliche di elevata qualità ed omogenea su tutto il territorio: oggi, invece, assistiamo ad una disomogeneità tra la Valtidone-Luretta, dove tali politiche sono praticamente assenti o lasciate alla futura iniziativa di ogni singolo Comune, ed il resto del piacentino dove vi sono quattro IAT e uno UIT;
  • Ai sensi della L.R. n. 13/15, che ridisegna le competenze in capo alle Province in seguito all’approvazione della L. n. 56/14 (c.d. “Legge Delrio”), è stabilito che la definizione degli indirizzi in materia turistica spetti alle Province (c. 2), così come la vigilanza ed il controllo sugli IAT e gli UIT (c. 3 d).

 

  Matteo Lunni