“Povera Piacenza, dice il consigliere Putzu. Povera Piacenza davvero! Ad avere consiglieri interessati ad alimentare inutili polemiche”. Così inizia il comunicato dell’assessore al bilancio Luigi Gazzola per rispondere al consigliere comunale di Forza Italia Filiberto Putzu che ha accusato la giunta Dosi di aver lasciato le casse comunali in rosso alla prossima amministrazione.
“Avere tutti, in primo luogo i cittadini ma anche gli amministratori, la consapevolezza di ciò di cui si parla a proposito dei conti pubblici locali è da tempo la mia preoccupazione. Ritengo non possa esserci cosa peggiore che nascondere la verità e creare la falsa illusione che “tutto va bene madama la marchesa” e che viviamo nel migliore dei mondi possibili. Altri, ad altri livelli politici, lo hanno fatto in passato generando grandi illusioni e altrettanto profonde disillusioni. I “giochi di prestigio” sono materia appunto degli illusionisti, non di chi ama la verità.
Sono stato chiamato ad occuparmi del bilancio comunale e per la sesta volta mi accingo a presentare un previsionale con i conti in equilibrio e rispettoso delle norme vigenti, essendo il rispetto delle regole un antico vizio che, per scelta di vita, mi ostino a coltivare per quanto ormai, mi rendo conto, anacronistico. Ciò che, solitamente in termini allarmistici e che fa tanto presa nell’opinione pubblica, viene definito “buco di bilancio” altro non è che la situazione nella quale si trovano le amministrazioni quando devono far quadrare le minori entrate rispetto a quanto previsto con le maggiori spese sopravvenute”.
“Operazione che ogni equilibrato buon padre (e madre) di una normale famiglia è chiamato a fare ogni giorno di concerto con i membri della famiglia stessa. E in ogni normale famiglia che si rispetti i figli non danno in testa al babbo (o alla mamma) quando vi sono problemi a far quadrare i conti! Nei mesi scorsi, come negli anni passati, ho ritenuto pertanto doveroso segnalare l’esistenza di questi squilibri approssimandosi la predisposizione del bilancio affinché tutti conoscessero la situazione, non si facessero illusioni e si rendessero conto della necessità che l’amministrazione avrebbe dovuto contemperare le legittime e sempre crescenti richieste di spesa con le disponibilità di risorse economiche. Da tempo infatti si è reso evidente che il bilancio comunale subisce una crescente tensione tra entrate e spese dato che l’aumento tendenziale di queste ultime sopravanza quello delle entrate. A ciò si è risposto con la razionalizzazione delle spese senza incidere sui servizi forniti, contemporaneamente si è lavorato sulle entrate per aumentare le quote che vengono incassate e diminuire gli arretrati”.
“E’ opportuno chiarire che le cifre sugli arretrati dovuti dai contribuenti/destinatari dei servizi, evidenziate e rese note dallo scrivente con vari interventi sui media locali sono certamente significative, ma sono sostanzialmente in linea con quelle dei comuni dell’Italia centro settentrionale. Vogliamo e dobbiamo migliorarle (anche per una questione di equità e rispetto per chi paga), ma parlare di “incapacità di incassare multe e tributi” è sicuramente fuori luogo. Anche coloro che per lungo tempo avessero tenuto la testa sotto la sabbia dovrebbero sapere, ma non sembra essere così, che il nostro Paese dal 2008 ha affrontato e sta affrontando una lunga crisi che ha costretto i governi che si sono succeduti ad adottare severe misure di contenimento della spesa pubblica che hanno fortemente inciso in termini di tagli alle risorse a disposizione dei comuni. Non si tratta dunque di addebitare ad altri le proprie scelte né di ricorrere a “banali alibi” ma di spiegarne le ragioni”.
“A titolo di esempio. Per il secondo anno consecutivo il governo, con l’obiettivo di sostenere la ripresa economica e ridurre la pressione fiscale ha deciso di bloccare le aliquote dei tributi locali. Il Comune, senza alcun “vanto” solo applicando la legge, per il secondo anno (a proposito di “ma dove? ma quando”) applicherà le esenzioni e agevolazioni previste per Imu e Tasi e il blocco delle tariffe che per i piacentini si traduce in un risparmio complessivo di circa dieci milioni di euro per ciascun anno. Facendo ciò il governo si era impegnato a compensare integralmente il minor gettito per i comuni ma, per quanto riguarda il nostro, verranno a mancare circa 400mila euro. Quanto cioè corrisponde a una delle minori entrate rispetto al preventivato di cui si è detto sopra e di cui occorre tenere conto. Sulle nostre casse incidono quindi sia la diminuzione dei trasferimenti erariali che il passaggio delle modalità di calcolo dei trasferimenti dalla spesa storica ai fabbisogni standard: Piacenza, rispetto alla media è considerata una città ricca con margini di capacità fiscale, per cui ogni anno perdiamo altri 400mila euro.
Dal 2016 inoltre i comuni devono stanziare a bilancio un fondo per fronteggiare le entrate ancora non incassate. Il fondo precedentemente non esisteva e dunque tutti i comuni devono crearlo: la legge ci lascia qualche anno di tempo, ma l’onere minimo dell’aumento annuale è 800mila euro”.
“Il bilancio per l’esercizio 2017 è in fase di predisposizione ma, sembra evidente, che con queste premesse avere raggiunto il pareggio senza aumenti delle aliquote è stato un traguardo più che impegnativo. Quanto alle somme dovute per contenziosi legali si precisa che sono solo stimate giacché non tutte le sentenze sono già definitive. Le ultime settimane hanno presentato numerose novità, a volta negative a volte positive, per cui le stime si muovono di conseguenza. Anche in questo caso non vi sono “buchi” e, nel rispetto delle norme contabili che ha sempre caratterizzato l’azione comunale, il prossimo rendiconto sarà l’occasione per verificare la consistenza delle risorse accantonate a fronte di esiti giudiziari sfavorevoli. Dovrebbe poi essere noto che la recente riforma della contabilità impone ai comuni di predisporre un bilancio di previsione con valenza triennale e che quindi l’attuale Amministrazione, benché prossima alla fine del mandato, deve predisporre quello relativo al triennio 2017-2019 prevedendo l’integrale copertura delle spese. Cosa che ha fatto, facendo ricorso alle misure già rese note niente affatto “ineludibili”. Peraltro il rendiconto del 2016, detratte tutte le somme vincolate e non disponibili, si è chiuso con un (relativamente) piccolo avanzo (poco più di 800mila euro) un ulteriore risultato positivo che sta emergendo e che tornerà utile”.
“Dunque, pur in una situazione di difficoltà, che non solo non si nasconde ma si vuole rappresentare nei giusti termini, non vi sono “buchi di bilancio” o altri carichi da lasciare alla prossima amministrazione. Quella entrante avrà ampia libertà di rimettere mano alle scelte effettuate dall’attuale e di provvedere diversamente alla copertura delle spese assumendosi le responsabilità che le competeranno così come ha fatto la nostra. Il cui lascito, in un tempo di profonda crisi, è quello di avere i conti in ordine essendo riusciti a garantire la quantità e qualità dei servizi, facendo crescere la città e contenendo la pressione fiscale. L’augurio sincero è di riuscire a fare meglio nella convinzione che gli anni migliori continuino a essere davanti a noi ma che è compito di tutti far sì che lo siano davvero”.