Grande successo per il Festival della cultura della libertà iniziato stamattina a Palazzo Galli della Banca di Piacenza. Erano presenti circa 250 persone – più forestiere che piacentine – che hanno riempito ben tre sale (videocollegate tra loro) del Palazzo. I lavori sono stati aperti dal Presidente del Comitato esecutivo della Banca di Piacenza, Corrado Sforza Fogliani, che ha introdotto il Festival sottolineando come lo stesso parta da una famosa frase di Benedetto Croce: “La libertà al singolare esiste soltanto nelle libertà al plurale”. Il Presidente ha poi proseguito evidenziando come il sistema politico statuale abbia, ormai, fatto il suo tempo con il suo iperegolamentarismo, citando la BCE (che impone alle banche in che ore, in che giorni e quante telefonate al giorno devono fare per sollecitare i debitori morosi nel rimborsarli) e citando la regione Lombardia (che ha imposto ai proprietari, che vogliono locare un immobile, di consegnare agli inquilini anche una zuccheriera, una caffettiera, una batteria di pentole da cucina, due coltelli da cucina, uno scolapasta, un mestolo, una insalatiera ed altro ancora…).
La mattinata – diretta da Mauro Molinaroli – è proseguita con l’intervento di Alberto Mingardi sul tema “La lezione di Sergio Ricossa. Un ricordo” e con la grande lezione di Francesco Forte che ha parlato di Einaudi, sulla cui cattedra di Scienze delle finanze di Torino è succeduto.
Ha terminato la prima parte dei lavori George Selgin con una notevole lectio magistralis. Il noto economista statunitense ha, tra l’altro, ha rivelato di essere di madre piacentina e di aver vissuto a Piacenza alcuni anni e ha, altresì, fortemente attaccato le Banche centrali, precisando che sono la rovina delle monete perché condizionano il corso naturale delle cose.
Dopo la pausa pranzo, il Convegno è proseguito – con il coordinamento di Emanuele Galba – con gli interventi di Franco Debenedetti, Markus Krienke e Paola Peduzzi, sul tema “L’Europa tra Unione e disunione”, e con quelli di Luciano Capone, Lorenzo Infantino, Pier Luigi Magnaschi, e Giorgio Spaziani Testa su “Statalismi di destra e di sinistra. Come uscire dal dirigismo?”.
Dopo una breve pausa caffè, si è passati alla sessione “Dopo la statualità. Alternative e strategie”, affrontata da Silvio Boccalatte, Corrado Sforza Fogliani e Stefano Moroni, per poi concludere la giornata con l’intervento di Claudio Cerasa “Le ragioni della libertà nel mondo di oggi”.
Magnaschi (Italia Oggi): “Trump cambierà la geografia del potere nel mondo”
In particolare a Pier Luigi Magnaschi, direttore del quotidiano “Italia Oggi”, abbiamo chiesto un commento sul nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump: “Con Trump cambieranno le geografie del potere del mondo. Guardiamo per esempio il caso della Nato, Trump ha notato che questo organo costa troppo e così ha deciso di disimpegnarsi: ma questa scelta avrebbe dovuto farla l’Europa vent’anni fa, non un americano oggi! La Nato ci ha protetto dal diventare comunisti, senza la Nato la Russia di Stalin ci avrebbe conquistato. Ma oggi il pericolo russo non c’è più, sono gli Stati Uniti a infiammare la paura per la Russia: è per questo che sono andati a fare un golpe in Ucraina. E così è successo con l’aggressione alla Libia, un’altra guerra immotivata che oggi sta causando all’Europa numerosi problemi. Guerre inutili e dannose che dimostrano come oggi la Nato sia uno strumento militare di dominio dell’America sull’Europa e da questo punto di vista Trump è un ingenuo perché si priva di un elemento di azione”.
“Noi europei abbiamo singoli eserciti non coordinati tra loro concepiti come se dovessero affrontare una guerra infraeuropea e per questa struttura paghiamo il 72% delle spese della Nato. E questo è assurdo perché il pericolo non è la Russia ma l’estremismo islamico”.