Poesie, letture e riflessioni, protagonisti i giovani studenti delle scuole di Piacenza. Così è stata celebrata questa mattina la Giornata della Memoria. Ospite Yves Kugelmann della “Anne Frank Foundation” di Basilea, che ha partecipato all’evento “Domani scriverai ancora…sulle tracce di Anna Frank”, progetto che ha coinvolto le classi delle scuole medie Calvino e Frank aderenti all’omonimo progetto formativo, ideato da Danièle Noel Roux, presente stamani per l’occasione presso la sede del Cai alla Cavallerizza.
Sono intervenuti anche il sindaco Paolo Dosi, l’assessora alle Politiche Giovanili e Scolastiche Giulia Piroli ed Ettore Fellegara, presidente della sezione provinciale dell’associazione Reduci e Combattenti. Il progetto è stato coordinato dalle insegnanti Silvia Dallavalle ed Elena Cordani per la scuola Calvino (presente anche la dirigente Elisabetta Ghiretti), mentre per la scuola Anna Frank i docenti referenti sono Paola Uber, Franco Valuto e Giovanna Solari. L’accompagnamento musicale è stato curato dal Collettivo 21 del Conservatorio Nicolini, con i musicisti Giulia Pastorino e Milian Minic, diretti dal Maestro Carlo Goldstein.
Kugelmann ha riportato alcune parole scritte dall’autrice Natalia Ginzburg: “Per quanto riguarda l’educazione dei figli, penso che si debbano insegnare loro non le piccole virtù, ma le grandi. Non il risparmio, ma la generosità e l’indifferenza al denaro; non la prudenza, ma il coraggio e lo sprezzo del pericolo; non l’astuzia, ma la schiettezza e l’amore della verità; non la diplomazia, ma l’amore al prossimo e l’abnegazione; non il desiderio del successo, ma il desiderio di essere e di sapere”.
Ha continuato: “Il bisogno degli uomini oggi e lo stesso di quello di un tempo, anche se le cause sono diverse. Ciò che una volta chiamavamo emigrazione, nei discorsi di oggi e diventata una colpa che denigra ed emargina persone che proprio questo bisogno ci fa classificare come rifugiati, migranti, richiedenti asilo, profughi per motivi economici. Minacciati nel corpo e nell’anima da guerre o povertà, se ne vanno verso Paesi che non solo vedono il mondo attraverso la lente dell’emarginazione, ma che sono anche responsabili delle minacce da cui questi uomini e queste donne fuggono attraverso il mare, rischiando la vita, per bussare alle loro porte: vengono tacitamente accettati secoli di colonialismo, sfruttamento, destabilizzazione del Nord Africa e del Vicino Oriente, cui si aggiunge il fatto che molte di queste persone fuggono da armi che arrivano proprio dall’Occidente. La crisi dei migranti è venuta alla ribalta a Lampedusa, alla Stazione Centrale o al confine di Ventimiglia. Proprio l’Italia ha mostrato all’Europa che nell’emergenza non si devono chiudere gli occhi, anche se l’Europa lo ha fatto”.
“In quest’ottica Otto Frank fondo nel 1963 la Fondazione Anna Frank. Con il diario della figlia intendeva dimostrare l’avversione alla guerra e alla discriminazione. Voleva opporsi ad ogni forma di emarginazione e persecuzione razziale, all’antisemitismo, alla discriminazione di persone di qualsiasi cultura, religione o orientamento sessuale. Con i proventi del libro intendeva contribuire alla costruzione di una società equa. E quello che l’organizzazione fa ogni giorno”.
Il Prefetto Anna Palombi ha preceduto poi alla consegna delle medaglie d’onore concesse dal presidente della Repubblica ai cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra ed ai familiari dei deceduti.
Alla memoria è stato insignito Dante Calza, deportato per il lavoro coatto in fabbrica dal settembre 1943 al giugno 1945. A ritirare la medaglia la figlia Stefania Calza.
Insignito anche Giuseppe Lavezzi, deportato in Germania dal settembre 1943 al settembre 1945. Medaglia ritirata dalla figlia Fosca Lavezzi.