Vigneto, dieci abitanti e quindici profughi. Lettere e denunce: “Convivenza impossibile e gestori assenti”

Vigneto di Cassano

Un paese abitato da dieci persone, che ospita 15 profughi. Siamo a Vigneto di Cassano, frazione di Pontedellolio. In questo piccolissimo contesto sono stati inviati 15 profughi di nazionalità bengalese, ospiti di una struttura di proprietà della società REST, aggiudicatrice della gara emessa dalla prefettura. Di questa vicenda si era già parlato tempo fa, ma ora pare che la situazione stia diventando davvero tesa, almeno secondo i residenti il cui malcontento è arrivato anche alle orecchie del consigliere regionale della Lega Nord, Matteo Rancan, che ha informato dello stato delle cose anche la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna, Simonetta Saliera: “A Cassano di Ponte dell’Olio – accusa l’esponente del Carroccio – l’ospitalità sta maturando in un contesto disastroso: i fatti evidenziano lacune nella gestione dei richiedenti asilo e in tutto il loro percorso di integrazione. Pertanto, tocca ora a Bologna sollecitare una risposta delle istituzioni. Bisogna capire inoltre se la Regione può intervenire direttamente nel controllo degli obblighi previsti dalla legge alla quale è sottoposto il gestore, se è possibile coinvolgere i presunti profughi in lavori di pubblica utilità gratuiti ed eventualmente impegnarli nei soccorsi nel Centro Italia colpito da cataclismi naturali”.

Matteo Rancan
Radio Sound

A tal proposito Rancan riporta tre lettere che le cinque famiglie residenti hanno inviato agli organi istituzionali per riportare la condizione di disagio vissuta dall’estate scorsa: in una si sottolinea il mancato coinvolgimento della cittadinanza e dell’amministrazione comunale nella procedura di assegnazione dei richiedenti asilo, e allo stesso tempo i cittadini parlano di speculazione che si cela dietro la gestione di un tale numero di richiedenti asilo in proporzione agli abitanti del luogo.

In un’altra, secondo Rancan, i residenti denunciano le inadempienze contrattuali nella gestione dei richiedenti asilo. In particolare, la società non ha avviato alcun percorso formativo e di integrazione.

Nella terza gli abitanti chiedono al sindaco di Ponte dell’Olio e all’Azienda USL di Piacenza controlli sull’agibilità e la salubrità dell’edificio ospitante i richiedenti asilo.

I problemi di convivenza sarebbero confermati anche dalle denunce sporte tra agosto e settembre 2016. I residenti hanno contattato i carabinieri per segnalare l’uso improprio di un trattore adoperato da otto persone simultaneamente e senza patente di guida e prelevamenti impropri di uva dai vigneti di un residente.

Inoltre alcuni profughi si sarebbero messi a tinteggiare la struttura ospitante utilizzando un ponteggio di circa sette metri senza precauzioni.

“L’inserimento di quindici stranieri in una località tanto piccola – insiste Rancan – risulta decisamente sconveniente e inadatto per l’opera di integrazione tanto auspicata, venendo meno inoltre al principio di ripartizione proporzionale al numero degli abitanti”.