Rubavano computer e materiale informatico dalle scuole per poi spedire la refurtiva in Romania dove veniva rivenduta. I carabinieri della stazione di Rivergaro hanno messo la parola fine a questo traffico illecito arrestando tre persone.
I furti a Gossolengo
I fatti risalgono al 30 settembre scorso quando ladri saccheggiarono una scuola media e una scuola elementare, entrambe a Gossolengo. Quella stessa notte, però, alcuni residenti notarono i movimenti sospetti dei malintenzionati e chiamarono i carabinieri. Giunti sul posto, i militari accertarono gli avvenuti furti all’interno degli istituti: all’appello mancavano pc portatili e un proiettore. Gli stessi residenti che poco prima avevano chiamato il 112 raccontarono di aver visto il gruppo sospetto, avvistato nei pressi delle scuole, armeggiare alcuni minuti dopo nei pressi del cimitero di Gossolengo. I carabinieri decisero di andare a controllare e trovarono in effetti parte del materiale da poco rubato. Insieme alla refurtiva uno zaino con all’interno un paio di pantaloni, in una delle tasche il badge di una cooperativa di Cremona: nessun nome, ma un codice identificativo. Da lì gli inquirenti hanno fatto partire le indagini arrivando a un primo nome, nome che a sua volta è stato collegato a un numero di telefono.
Le indagini
Aquel punto, partite le intercettazioni, i carabinieri hanno scoperto che il soggetto individuato grazie al tesserino intratteneva telefonate alquanto dubbie con altre tre persone: gli investigatori guidati dal maresciallo Roberto Guasco e dal pm Antonio Colonna avevano appena gettato luce su un gruppo estremamente ramificato e organizzato, una banda che rubava attrezzatura elettronica e digitale dalle scuole per poi spedirla in Romania e rivenduta. Un’organizzazione che in Italia poteva contare non solo sui ladri che materialmente commettevano i furti, ma anche su tecnici capaci di eludere password e sistemi di sicurezza per riprogrammare i pc e poterli così rivendere. Poi c’erano i corrieri e, spostandoci in Romania, commercianti pronti a mettere sul mercato nero la refurtiva. I carabinieri hanno poi scoperto altri tre furti commessi dopo il 30 settembre, tutti messi a segno in scuole della provincia di Cremona. E proprio da Cremona hanno capito che sarebbe partito a breve il prossimo carico di computer rubati: i militari hanno così organizzato una vera e propria retata bloccando il tir all’autogrill del capoluogo lombardo e recuperando il maltolto, un bottino da migliaia e migliaia di euro. A quel punto, siamo al 16 gennaio scorso, sono scattate anche le manette ai polsi di tre delle quattro persone individuate nel corso dell’inchiesta: V. M V., 26enne rumeno residente a Cremona e pregiudicato per reati contro il patrimonio, M. S. G., 35enne rumeno residente a Brescia nullafacente e pregiudicato per reati contro il patrimonio e I. P., 32enne rumeno domiciliato a Cremona, anche lui nullafacente e pregiudicato per reati contro il patrimonio. Il quarto uomo è invece riuscito a fuggire in Romania ed è tuttora latitante. Anche i tre acciuffati erano pronti a far perdere le proprie tracce, tant’è che il 32enne è stato arrestato mentre si trovava a Sanremo, dove aveva rallentato la sua fuga per tentare una giocata al celebre Casino. Per tutti l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla consumazione di furti pluriaggravati ed impiego di beni di provenienza illecita.
Un’indagine brillante
“Un’indagine soddisfacente per tanti versi – spiegano Corrado Scattaretico, comandante provinciale dei carabinieri di Piacenza, e Salvatore Cappelleri, procuratore di Piacenza – primo perché siamo riusciti a recuperare quasi tutta la refurtiva e sappiamo quanto le scuole fatichino per riuscire ad acquistare queste attrezzature. Secondariamente è una piacevole conferma del valore dei nostri uomini il fatto che una piccola stazione come quella di Rivergaro sia in grado di portare a termine un’indagine complessa come questa. Infine ringraziamo quei cittadini che con le loro segnalazioni e testimonianze ci hanno fornito un punto di partenza fondamentale”.