Ha coinvolto anche Piacenza lo scandalo delle cremazioni che ha portato ai tredici arresti effettuati nei giorni scorsi dai carabinieri di Massa e dai Nas di Livorno. I militari, circa un anno fa, hanno posto sotto sequestro anche la cappella di un cimitero della provincia di Piacenza. Sarebbero più di una le famiglie piacentine truffate in questo macabro business. I carabinieri hanno già restituito da tempo le salme non ancora bruciate dei loro cari ai parenti, ma il discorso cambia per quel che riguarda le ceneri dove non è stato possibile riuscire a identificare se appartenessero, o meno, ai cari estinti. Nei guai Euroservizi srl, che gestiva i servizi cimiteriali: l”ipotesi di reato, per cui sono finite in carcere tredici persone, è associazione a delinquere finalizzata alla truffa, in uno scenario di false cremazioni e cremazioni multiple, resti mortali ancora non identificati, ceneri consegnate a parenti di defunti che in realtà appartenevano ad altri e cadaveri "depositati" in una cella frigorifera. Il forno crematorio di Massa sarebbe stato usato per macinare soldi attraverso false certificazioni, sottrazioni e dispersione di ceneri umane.