Coldiretti, visita all’Arp

All’Arp, ci sentiamo a "casa nostra" perché in questa struttura sono realizzate le nostre politiche. Qui vediamo attuata una piena condivisione delle nostre strategie, la valorizzazione dei prodotti del territorio, la qualità, la tracciabilità, il desiderio di un diverso rapporto con il consumatore e l’attenzione ai bisogni del socio". Con queste parole il direttore di Coldiretti Piacenza Giovanni Roncalli ha aperto la visita che una delegazione dell’Organizzazione ha effettuato nei giorni scorsi all’Arp.Con il Presidente Luigi Bisi, presenti i membri di giunta,  segretari di zona e funzionari  Coldiretti, oltre a numerosi dirigenti di strutture del territorio (il Presidente e il Direttore del Cap Pierluigi Scrocchi e Dante Pattini  e il presidente del Cio Marco Crotti, tanto per citarne alcuni), a significare che fare sistema e lavorare in sinergia è fondamentale per valorizzare il territorio e le imprese  agricole e, insieme, superare i momenti difficili.Quei momenti difficili, ha sottolineato il presidente dell’Arp Piergiorgio Bassi,  che sono definitivamente alle spalle; oggi Arp si appresta a festeggiare il cinquantesimo dalla fondazione (1958), con grandi speranze per il suo futuro, forte di una costante ed ininterrotta "filosofia" di percorso aziendale, ovvero quella "di aver sempre posto i soci e le loro aziende al centro dei propri interessi". Questa cooperativa conta, ha precisato Bassi, 135 soci e quest’anno si prevede di lavorare due milioni di quintali di pomodoro; il 95 per cento del prodotto proviene dal territorio piacentino, anzi per buona parte da aziende ubicate a 15-20 chilometri di distanza, il massimo della tracciabilità e della sicurezza. Si tratta di una struttura, quindi a Km zero: un prodotto del territorio trasformato in un’azienda locale, di proprietà dei soci, e le cui ricadute anche in termini di vantaggi per il mondo del lavoro restano nella nostra provincia.""Mantenere la territorialità, pur lavorando tanti marchi che hanno avuto fiducia della nostra struttura, ha detto il direttore Stefano Spelta, è il nostro imperativo categorico.Abbiamo liquidato l’ultima scadenza del prestito soci ed ora siamo pronti alle sfide del mercato; sfide che vogliamo sempre condividere con la nostra base sociale." Una struttura, ha precisato Spelta, che ha investito 20 milioni di Euro in ammodernamento (come hanno potuto verificare gli ospiti durante la ricognizione effettuata nello stabilimento), risolvendo i problemi legati alla depurazione e che oggi lavora quasi il 75 per cento di polpa e passata e solo il 25 di concentrato;  un’azienda che guarda quindi al mercato e che ha saputo conquistarsi una fama di qualità, tanto da trasformare per molti prestigiosi marchi-clienti, come ad esempio Pomì, Ortolana, Esselunga, e Conad. Possiamo quindi affermare ha concluso Spelta che il nostro core business sono la polpa e la passata di qualità che sappiano dare valore aggiunto e distintività al vero "oro rosso del territorio""Se i soci hanno continuato a conferire, anche nei momenti difficili, ha detto il presidente Coldiretti Bisi, significa che i produttori credono nella struttura e nelle linee aziendali. Proprio per questo vogliamo continuare a condividere le politiche e le strategia di questa sana cooperativa, come di tante altre che pongono il socio "al centro. Non dobbiamo più correre il rischio, ha concluso Bisi, di lasciare il titolo di unici portatori di interessi a quei soggetti che hanno in mente un agroalimentare folle ed arrogante, che pensa che il valore aggiunto del Made in Italy sia una rendita inesauribile, anche rispetto alle nuove sfide globali e che, di converso, non si rende conto che il vero Made in Italy va continuamente arricchito e custodito con azioni virtuose, facendo sistema e mettendo in campo un unico gioco di squadra tra tutti gli attori della filiera".Parlando delle associazioni professionali Bisi ha ribadito "il loro ruolo formale di controllo per supportare i dirigenti e le politiche, per essere garanti, come si sta cercando di fare in tutta Italia, dell’operato delle coop nei confronti dei soci".Sono poi seguiti numerosi altri interventi tesi a sottolineare quanto Arp goda della fiducia di molti altri organismi professionali e di prodotto con cui è giusto avviare politiche comuni. Un intervento significativo, quello di Sandro Calza al termine della visita:" quando attorno a me vedo tanti giovani, sia nei consigli di amministrazione delle strutture, sia tra i funzionari dell’Organizzazione,  comprendo che il futuro della nostra agricoltura è ancora pieno di prospettive e che sempre di più sarà centrale rispetto al "sistema territorio".

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