Doppio lavoro, nei guai società che fornisce steward al Piacenza Calcio

Ennesima operazione della Guardia di finanza nel settore del contrasto al "lavoro nero" ed al "doppio lavoro". Questa volta nel mirino delle Fiamme gialle è finita una società lombarda di servizi che in occasione degli incontri casalinghi del Piacenza Calcio, garantisce la presenza dei cosiddetti "steward", avvalendosi di prestatori d’opera occasionali. Le indagini, avviate nel 2007, sono culminate in un’ispezione operata a sorpresa dai militari della compagnia di Piacenza presso lo stadio "Garilli" in occasione di una partita relativa allo scorso campionato di serie B, che ha visto impegnati una cinquantina di finanzieri. Gli agenti, tra lo stupore e l’imbarazzo degli spettatori, hanno identificato gli addetti alla sicurezza presenti. Addirittura alcuni "stewards", intuendo di essere l’oggetto del controllo, hanno tentato di dileguarsi o di mimetizzarsi col pubblico nascondendo frettolosamente in tasca la pettorina fosforescente. I minuziosi accertamenti svolti successivamente hanno permesso di evidenziare come la predetta società di servizi, pur regolarizzando la posizione previdenziale dei prestatori d’opera, avesse omesso di specificare che in taluni casi si trattava di dipendenti pubblici, soggetti ad una disciplina particolarmente restrittiva per questo genere di collaborazioni. Le norme vigenti prevedono infatti che per avvalersi di prestazioni di lavoro da parte di dipendenti statali, occorre una autorizzazione preventiva concessa dell’amministrazione di appartenenza, alla quale devono essere successivamente comunicati i compensi elargiti ai lavoratori. Si è proceduto quindi a ricostruire il numero di prestazioni occasionali fornite dai 30 dipendenti pubblici identificati, i quali sono stati poi segnalati al nucleo speciale funzione pubblica della guardia di finanza di roma, competente per l’applicazione delle sanzioni amministrative, che si concretizzeranno nel recupero delle somme percepite per l’indebita attività lavorativa. Parallelamente sono state contestate le sanzioni pecuniarie a carico della società lombarda ammontanti a circa 100.000 euro, pari al doppio degli emolumenti corrisposti.

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