Omicidio di Giuseppina Pierini, si è tenuta questa mattina l’udienza preliminare per il delitto della donna scomparsa dalla sua abitazione di Pontenure nel luglio del 2012 e il cui cadavere venne ritrovato mesi dopo nelle campagne della provincia di Grosseto. Delitto per il quale sono imputati la figlia della vittima, Maria Grazia Guidoni, e il nipote della donna uccisa, Gino Laurini. Per entrambi le accuse sono di omicidio volontario premeditato, aggravato dal fatto di averlo commesso contro un familiare e per motivi futili, e distruzione di cadavere.
L’avvocato di Laurini, Sandro Nunzi, ha chiesto e ottenuto per il proprio assistito il rito abbreviato, che sarà preceduto da una perizia psichiatrica per comprendere la capacità di intendere e di volere del ragazzo, 22enne all’epoca dei fatti. La prossima udienza si terrà il 27 dicembre. Lo stesso giorno il legale di Guidoni, Gianpaolo Ronsisvalle, dovrà decidere come procedere, se scegliere il rito abbreviato o il rinvio a giudizio.
Gino Laurini, con le sue rivelazioni, ha permesso ai carabinieri di scoprire il brutale omicidio della pensionata Giuseppina Pierini, data per scomparsa nel luglio del 2012 a Pontenure e trovata cadavere il 13 novembre 2015 nel terreno di un cascinale abbandonato di Massa Marittima, in provincia di Grosseto. La Guidoni, secondo le risultanze investigative, avrebbe ammazzato la sua stessa madre facendo sparire il suo corpo e denunciandone la scomparsa per depistare le indagini; il tutto allo scopo di accaparrarsi la pensione dell’anziana (2.100 euro al mese) malata di Alzheimer. Sarebbe stato il delitto perfetto se non fosse stato per la coscienza del giovane Gino Laurini. Proprio per togliersi un peso divenuto ormai insostenibile, il ragazzo – nel frattempo trasferitosi da Pontenure alla Toscana – si è autodenunciato e ha indicato ai militari dell’Arma il luogo esatto in cui si trovavano i resti della 63enne scomparsa.