Intelligenza, coraggio e fede, un libro dedicato al senatore Giovanni Spezia

Domenica 16 ottobre viene ricordato con una messa nella chiesa della Sacra Famiglia a Piacenza il senatore Giovanni Spezia. La celebrazione alle ore 11 sarà presieduta dal parroco don Angelo Cavanna. L’uomo politico piacentino, eletto al Senato per due legislature dal 1976 al 1983, è morto nel 1994. A lui è dedicata una nuova pubblicazione della collana “Il centuplo quaggiù e l’eternità” edita dal settimanale “Il Nuovo Giornale” e scritta dalla giornalista Lucia Romiti.

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Giovanni Spezia ha militato nelle file della Democrazia cristiana dal dopoguerra, convinto, secondo la lezione di Paolo VI, che la politica è la più alta forma di carità. Progressista da un punto di vista sociale e intransigente sui princìpi morali, Spezia, nato a Piacenza il 23 febbraio 1923, è stato negli anni amministratore pubblico in Consiglio provinciale, regionale e nel Comune di Nibbiano, alta Val Tidone. Funzionario Agip e padre di quattro figli, è rimasto vedovo molto presto della moglie Margherita Ghiozzi. Uomo di profonda fede, grande oratore e abile comunicatore, ha rappresentato a Piacenza la corrente morotea del partito democristiano. Si è fortemente impegnato nelle Acli e nella formazione politica dei giovani. È morto a Piacenza, dopo una breve malattia, il 16 ottobre del 1994.

 

L’AUTRICE

LUCIA ROMITI, laureata in filosofia all’Università degli studi di Macerata e giornalista, è redattrice della rivista del Rinnovamento nello Spirito Santo e collabora con il settimanale della diocesi di Piacenza-Bobbio “Il Nuovo Giornale”. Per la collana “Testimoni della fede” de “Il Nuovo Giornale” è autrice di diverse biografie. Per la collana “I santi in tasca” (edita con “Nuova Editrice Berti”) ha scritto le biografie di Giovanni Paolo II, Zelia e Luigi Martin, Padre Pio da Pietrelcina, Santa Teresa Benedetta della Croce, Pio X, Paolo Burali e Andrea Avellino. Per la collana “Il centuplo quaggiù e l’eternità” è autrice dei libretti dedicati a mons. Luigi Bergamaschi, mons. Antonio Lanfranchi, Felice Fortunato Ziliani e Francesca Conti.