Nell’ambito di articolate indagini di polizia giudiziaria eseguite sotto la direzione del sostituto procuratore della Repubblica di Piacenza, Emilio Pisante, i finanzieri del comando provinciale hanno scoperto un sofisticato sistema di frode fiscale ideato da una commercialista piacentina, radiata da tempo dall’albo dei dottori commercialisti ed esperti contabili, e da quattro imprenditori originari del nord Italia. In particolare, i militari del nucleo di polizia tributaria di Piacenza hanno accertato che la professionista, continuando ad esercitare abusivamente l’attività e sostituendosi fittiziamente ad altra persona – nella fattispecie un commercialista piacentino – permetteva ad alcuni clienti di compensare indebitamente crediti IVA non spettanti, facendone certificare la legittimità ad un proprio collega di studio in buona fede, non abilitato a tale compito.
La normativa fiscale prevede la possibilità di compensare il credito d’imposta – certificato da un professionista abilitato – con altri tributi e/o contributi previdenziali ed assistenziali. E così è stata ideata la frode che consisteva nel documentare un credito IVA inesistente permettendo a tre società conniventi, aventi la sede legale rispettivamente nelle provincie di Asti, Cremona e Parma, di non versare all’erario le imposte dovute. Quale tornaconto per aver architettato la frode, la professionista riceveva somme rilevanti, sovraffatturando le prestazioni rese ai clienti. L’attività operativa si è conclusa con la denuncia di 4 imprenditori per il reato di “indebita compensazione” e della contabile per “concorso nel reato”, in relazione all’indebita compensazione di crediti IVA per un ammontare complessivo superiore a 820.000 euro. Nei confronti della piacentina è scattata anche la denuncia a piede libero per “abusivo esercizio della professione” e per “emissione di fatture per operazioni inesistenti” pari a circa 200.000 euro.