Il rapporto tra credito ed imprese, in Emilia Romagna così come a Piacenza, fornisce segnali di un progressivo lento miglioramento. Dopo aver raggiunto il punto di maggior criticità negli anni passati la situazione è andata progressivamente migliorando con una lenta tendenza positiva ancora in atto. Questo è l’andamento di fondo che emerge dall’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna realizzato da Unioncamere Emilia-Romagna in occasione delle periodiche rilevazioni congiunturali e condotto, su di un campione rappresentativo di imprese in regione, a metà del 2016. A migliorare sono tutti i parametri di accesso (quantità di credito concesso, strumenti finanziari a disposizione e tempi di valutazione) e di costo (tassi applicati, garanzie richieste e costo complessivo) del credito. Queste risultanze vanno lette congiuntamente alle ultime rilevazioni ufficiali della Banca d’Italia che riportano una diminuzione degli impieghi da parte delle imprese. Tale diminuzione sarebbe, quindi, da ricondurre ad una minore domanda piuttosto che ad un razionamento da parte degli istituti di credito.
Confrontando i dati rilevati a Piacenza rispetto a quelli medi regionali emergono alcune differenze anche significative. Ad esempio per quanto riguarda quantità di credito, tipologia di strumenti finanziari offerti e tempi di valutazione o accettazione delle richieste, gli imprenditori piacentini intervistati si dicono soddisfatti in misura inferiore a quanto emerge nel quadro regionale. Se invece si guarda ai costi la situazione si equipara ed anzi, nel caso dei tassi applicati, i piacentini hanno un giudizio migliore rispetto alla media emiliano romagnola.
Nel corso dei primi 6 mesi del 2016 (lasso temporale cui fanno riferimento le interviste) il fabbisogno di credito sarebbe aumentato in 35 imprese intervistate su 100 (e rimasto stabile nella maggioranza, 60/100). Il 66% delle aziende del campione non avrebbe pertanto fatto richiesta di credito. Della quota restante, il 10% ha visto respinta la propria richiesta mentre il 14% ha ottenuto per intero il credito ricercato.
Le risposte delle imprese segnalano che solo una piccola quota, il 7%, non è stata in grado di far fronte ai propri impegni finanziari. Le criticità maggiormente segnalate da chi avuto rapporti con le banche sono state, nell’ordine, l’aumento di costi e commissioni applicate, l’aumento delle garanzie necessarie, la riduzione della quantità di credito concessa. Dal momento che le fondamenta della ripresa poggiano sicuramente anche sul rapporto tra credito e mondo delle imprese, l’indagine dice che si sta andando in questa direzione. Questo non toglie che ci siano ancora zone d’ombra che emergono dalle analisi.