Diminuiscono i furti, aumentano i reati legati alle sostanze stupefacenti. E’ in linea generale ciò che emerge dal bilancio di fine anno della questura di Piacenza, illustrato questa mattina dal questore Salvatore Arena. Dati che si riferiscono al periodo che va dal 1 dicembre 2015 al 30 novembre 2016 e alla sola azione della polizia, che si concentra per la maggior parte nel capoluogo oltre a qualche sporadica azione in provincia. Come anticipato i furti sono diminuiti, 851 episodi nel 2016 rispetto ai 1221 del 2015: diminuiscono i borseggi, gli scippi, i furti in abitazione, i furti in esercizi commerciali, i furti di auto e su auto in sosta. Calo anche per le rapine passate da 52 a 31, per le violenze di natura sessuale passate da 14 a 9, praticamente invariate le lesioni fisiche a persone che 93 diventano 90. Un omicidio è stato infine seguito dalla polizia.
In aumento, si diceva, i reati legati alle sostanze stupefacenti, più che raddoppiati in un anno: i casi di spaccio di droga erano 31 nel 2015, sono divenuti 69 nel 2016.
In totale sono state 121 le persone arrestate in un anno, 790 le persone denunciate, anche questi dati in aumento, come spiega il questore Arena: “Questo calo dei reati è il frutto della presenza sempre più massiccia sul territorio delle forze di polizia. Inoltre notiamo una collaborazione crescente da parte del cittadino, aspetto questo che vogliamo non cali mai. Invitiamo come sempre i cittadini a segnalarci qualsiasi aspetto anomalo, qualsiasi dubbio o timore: non importa se alla fine i sospetti si rivelano infondati, noi siamo qui per questo quindi non abbiate paura di chiamarci per niente”.
Capitolo immigrazione. Nel 2016 sono state espulse 302 persone, 37 delle quali con accompagnamento immediato alla frontiera e 34 al CIE, 231 espulsioni invece con ordinamento del questore: “Anche in questo caso è bene che i cittadini sappiano cosa significa questo dato – continua il questore Arena – accompagnare alla frontiera significa generalmente portare la persone da espellere agli aeroporti di Milano, e fin qui lo sforzo è contenuto. Per quanto riguarda i CIE, invece, si tratta di strutture collocate ad Agrigento, Caltanissetta, Lecce, Brindisi, Bari. Significa che tre agenti di Piacenza (tre è il numero indicato dalla legge) devono rinunciare al pattugliamento quotidiano della città o alle pratiche burocratiche degli uffici per trascorrere almeno due giorni lontano dalla città. Questo per noi è un problema perché non abbiamo agenti con cui sostituire questi poliziotti: da qui derivano turni massacranti e straordinari per non lasciare sguarnita la città. E io ho la fortuna di avere poliziotti che questo lavoro lo fanno per passione e per amore verso i cittadini, poliziotti che non dicono mai di No e che non guardano né l’orologio né il portafogli. Però sono sacrifici. Anche perché la questura di Piacenza non si occupa solo di rilasciare i passaporti: sono decine e decine le operazioni di cui i nostri uffici si occupano quotidianamente”. (VEDI DOCUMENTAZIONE IN ALLEGATO)