Giovedi 29 dicembre ore 21 presso Sala delle Muse via San Siro 9 Piacenza, la Società Filodrammatica Piacentina Scuola di recitazione presenta “Capodanno Spritz” drammaturgia di Corrado Calda con la supervisione di Giusy Cafari Panico
con in ordine di apparizione:
Michele AldiRoberta RubbioGloria CerlianiSaverio PeruginiSilvia FrancoGiovanni PorcariRita CapoluongoClaudia CigogniniAnna Maria NermosiMaria Grazia PaleariGianpaolo FontanaRomana PonziniGrazia ChittiElena CallegariIsacco FornasariElena Cavalli
e l’amichevole partecipazione di Isaac Tomat. Regia di Corrado Calda.
Scritto sulla base di racconti realmente vissuti degli allievi del secondo anno della scuola di recitazione della Filodrammatica Piacentina, questo materiale di ricordi ha fornito lo spunto per la rielaborazione drammaturgica di Corrado Calda che ha creato Capodanno Spritz, una commedia divertente dal retrogusto amaro. Il testo fa un analisi della vita di provincia in un determinato ambiente, infatti quello che vediamo in scena sono le vicende umane di un gruppo di clienti di un ristorante ritratti nella notte di capodanno. Camerieri, clienti, viaggiatorii, cantanti, manager dello spettacolo creano uno spaccato della realtà in cui vivamo che si carica di aspetti umanissimi a tratti patetici dove solitudini private affrontano il tempo che scorre senza dare ne avere alcuna risposta. E la comicità prende a volte una piega aspra quando osserva i lati negativi della società: la miseria, la nevrosi, la diversità, l’ ipocrisia. Abbiamo lavorato sulla commedia come genere e come indagine teatrale dei problemi sociali, se non proprio come mezzo “eversivo”. Con gli allievi per studiare le caratteristiche dei personaggi del cenone di San Silvestro si è cercato di scavare nelle motivazioni profonde delle dinamiche umane inserite in un tessuto sociale “degenerante” come potrebbero essere le esagerazioni del cenone di San Silvestro. Un epoca in un momento di crisi, umini e donne spesso abbandonati a se stess chei cercano di cavarsela come possono nel gran teatro della vita, senza per quello passare dalla parola teatro a tetro, rispechiando cioè la commedia umana. Testimoni irriverenti di questa tragicomica serata sono i camerieri e lo chef, quasi un coro greco in versione anni duemila che osserva con pungente ironia e irriverenza lo spettacolo a volte impietoso della società consumistica in cui viviamo. Questi ultimi sono ben lontani dal avere una qualsiasi empatia con le passioni umane, anzi proprio da queste ne traggono una continua sconfitta, sofferenza e si pongono a distanza.