Lavoro, turismo sociale e enogastronomico, arte e cultura sono le priorità che Cerignale, l’attivissimo Comune dell’alta Val Trebbia, si è dato come insieme di traguardi da raggiungere con l’impegno della comunità e di chi, anche venendo da fuori, ha a cuore le sorti del nostro Appennino, delle sue tradizioni, delle sue unicità e della sua gente laboriosa che presiede il territorio. In questo scenario però la mobilità e le possibilità di raggiungere agevolmente il suggestivo centro piacentino e le frazioni abitate risultano essenziali e purtroppo alcune ripercussioni negative degli eventi alluvionali e calamitosi dello scorso 14 settembre 2015 hanno lasciato un segno che pareva indelebile fino a pochi giorni fa, soprattutto su alcune arterie di collegamento viario. Il Consorzio di Bonifica di Piacenza è intervenuto in aree mirate e oggi (insieme all’amministrazione comunale) – ha inaugurato la risistemazione di alcune strade riportate ad una adeguata e utile viabilità con relativo e più agevole traffico veicolare. Le maestranze consortili – coordinate in loco dal geometra Rattotti –insieme all’impresa Gobbi di Podenzano hanno provveduto negli ultimi mesi ad erigere un muro di contenimento lungo quasi 80 metri in località Oneto; oltre a questo il consolidamento ha visto anche la contestuale realizzazione di una opera di drenaggio sotterraneo “in cunetta” per rafforzare anche l’imponente tratto della massicciata stradale. Inoltre è stato ripristinato un muro in pietrame all'imbocco della strada in località Cerignale e di conseguenza l’intero piano viario per circa 1600 mq a tratti alterni.
Il costo complessivo dei lavori è stato di circa 34 mila euro a carico del Consorzio di Bonifica di Piacenza. Soddisfatti della collaborazione fattiva e dei risultati ottenuti il sindaco Massimo Castelli e il presidente del Consorzio Fausto Zermani presenti all’incontro di Cerignale. “La manutenzione costante – hanno sottolineato i due – è la migliore delle cure per evitare che l’aggravarsi dei fenomeni da dissesto idrogeologico in queste aree montane producano danni gravi a persone, infrastrutture, economia”.