La discussione sul nuovo PTCP entra nel vivo analizzando il sistema naturale e ambientale del territorio. La parte più innovativa del piano territoriale si pone come obiettivo il mantenimento del territorio piacentino come zona di eccellenza del vivere bene, mettendo al centro del dibattito il tema della sostenibilità. Tre le aree prese in considerazione: difesa del suolo e sottosuolo (risorse idriche e rete idrografica), atmosfera e territorio rurale. Per quanto riguarda il primo punto, sono state individuati dei temi su cui sviluppare i lavori, ovvero geologia, dissesto idrogeologico, aspetti sismici, ulteriori elementi conoscitivi, aree fluviali e l’acqua come risorsa. In particolare si è parlato del piano di tutela delle acque che impone degli obiettivi di qualità a breve e medio termine. A questo scopo, sono stati individuati 14 bacini idrografici principali, suddivisi a loro volta in "di significativo interesse" (Po, Trebbia, Nure, Diga Molato e Diga Mignano) e "significativi" (Tidone, Chiavenna, Arda). L’analisi ha quindi individuato delle criticità nel bacino del Tidone (a volte in secca anche d’inverno), nel Trebbia (il cui potere autodepurante si esaurisce una volta giunto in pianura), nell’Arda e nel Chiavenna (forti problemi di autodepurazione), mentre per il Nure sono stati individuati margini di miglioramento. L’obiettivo del PTCP per il tema in questione è quello di attuare un risanamento dei corpi idrici inquinati, assicurare disponibilità alla risorsa idrica in relazione alle diverse funzioni e agli usi sia naturali che antropici e tutelare l’ecosistema acquatico nella sua complessità. Da qui la necessità di elevare da sufficiente a buono il giudizio complessivo sul Po entro il 2015, di elevare da sufficiente a buono il giudizio complessivo su Tidone, Trebbia e Nure entro il 31 dicembre 2008, di elevare da scadente a sufficiente il giudizio complessivo di Arda e Chiavenna entro il 31 dicembre 2008. I mezzi per raggiungere tali obiettivi sono quindi stati suddivisi tra miglioramento delle acque (illustrate tutte le buone pratiche, ma anche la previsione di espansione alla capacità di servizio dei sistemi depurativi) e assicurazione della disponibilità delle risorse, il cui cardine è rappresentato dal raggiungimento del deflusso minimo vitale da rispettare totalmente entro il 2008. Inoltre, sono previste indicazioni per il contenimento dei consumi all’utenza (da 250 l/giorno di oggi ai 220 l/giorno nei prossimi anni), ma anche la necessità di assicurare la disponibilità di risorse al settore irriguo attraverso l’incentivazione di coltivazioni poco idroesigenti, il miglioramento delle reti (80% entro il 2016), l’accumulo delle acque primaverili), realizzazione di ulteriori pompaggi dal Po e il riutilizzo dei reflui depurati. "Il punto di partenza comune deve essere quello del risparmio della risorsa idrica – ha sottolineato l’assessore alla Programmazione e Sviluppo Economico, Territorio – Montagna Alberto Borghi -. Il Tavolo del Trebbia è stato significativo in proposito". Il secondo macro tema analizzato è stato quello dell’atmosfera e dell’energia. Dopo un’attenta analisi del clima provinciale e delle tendenze climatiche, che indicano un aumento delle temperatura soprattutto nei mesi invernali, con il conseguente aumento della diffusione dell’inquinamento al suolo in inverno, si è comunque arrivati alla stesura di alcuni importanti obiettivi e considerazioni. Innanzitutto, le variazioni climatiche possono portare significative opportunità per il turismo stagionale e la produzione agricola di qualità sulle nostre colline. Estati meno torride in montagna significano anche bilancio idrico positivo. Inoltre, sguardo attento alle fonti energetiche rinnovabili. In primis l’energia solare (passiva, termica e fotovoltaica, che possono portare alla copertura quasi totale del fabbisogno abitativo), quindi l’energia eolica (i cui impianti dovranno però essere di dimensioni contenute per non andare ad intaccare i paesaggi, ma anche per le difficoltà di accesso ai rivali), l’energia idroelettrica (progetti interessanti possono essere quelli di recupero energia dalla rete acquedottistica e dai tratti secondari di corsi d’acqua già compromessi) e quindi le biomasse. Tutto questo porterà quindi a stabilire criteri per limitare l’inquinamento ambientale, acustico e luminoso. "Anche in questo caso – ha aggiunto Borghi – siamo di fronte a due tematiche importantissime, ovvero il piano dell’aria e il piano programma energetico, il cui avvio sarà sicuramente nel corso dei prossimi mesi". Infine, l’analisi si è spostata sul sistema territorio rurale. Un sistema che non può più essere limitato allo sfruttamento del territorio dal punto di vista agricolo, ma occorre tenere in considerazione le nuove disposizioni europee che indicano aree con un valore importante per il territorio, destinato alla tutela e alla valorizzazione delle risorse naturali e ambientali. Il PTCP si pone dunque l’obiettivo di raggiungere un equilibrio tra le esigenze della produttività agricola e le destinazioni funzionali dei suoli. Ad esempio, saranno fondamentali temi come i parchi naturali, le oasi, la fauna, i fontanili ecc…