Abito blu elettrico, affascinante. Juliette Binoche ha raggiunto Bobbio alle 18 di questo pomeriggio, sabato 27 agosto, per la chiusura, come sempre in grande stile, del Bobbio Film Festival. Ospite della serata la pellicola “L’Attesa” del giovane regista Pietro Messina, film che vede come protagonista proprio l’attrice francese. Binoche ha prima incontrato all’auditorium Santa Franca gli studenti della Scuola di Regia e gli allievi della Scuola di Critica Cinematografica, accompagnata dal maestro Marco Bellocchio, direttore del Festival e organizzatore dei corsi, e Paola Pedrazzini, direttore esecutivo del Bobbio Film Festival. Al tavolo dei relatori anche lo stesso regista Messina. Immediata la girandola di domande da parte dei giovani presenti: “Come si è trovata a recitare con Jeremy Irons?”, “Cosa le ha lasciato l’Italia?”, “Come è nato il suo rapporto con Messina?” e via di seguito, un’ora di botta e riposta con l’attrice che, disponibile, sorridente e gentile, ha risposto a tutti saltando dal francese all’inglese e passando per qualche battuta in italiano.
Ma partiamo proprio dalla domanda chiave di questa serata, come nasce il rapporto tra un’attrice internazionale e un giovane regista al suo primo film?
“E’ stata un’esperienza affascinante e soddisfacente dal punto di vista professionale, Pietro è una persona curiosa e appassionata e anche se era il suo primo film ha mostrato un grande talento nella direzione della pellicola, recitare sulle sue disposizioni è come danzare. Una grande armonia”.
In base a cosa sceglie i film a cui partecipare? Ha qualche rimpianto, pellicole a cui ha detto ‘no’ per poi pentirsene?
“Certo, ci sono film riusciti molto bene a cui mi avrebbe fatto piacere prendere parte e ai quali invece ho detto no. Ma ogni volta che ho detto no è stato perché non mi sentivo adatta al ruolo proposto. E la cosa importante è che il film riesca bene. E’ fondamentale, prima di accettare qualsiasi proposta, domandarsi se si è fatti per quell’impresa.
La protagonista del film di Messina è una donna travagliata anche a causa della perdita di un figlio. Come si è sentita in questi panni?
“E’ una donna inizialmente felice, è la situazione che la rende travagliata e triste. Un ruolo complesso perché parliamo di una persona che cambia il proprio atteggiamento e il proprio rapporto con la vita. In un certo senso si reinventa”.
Un clima intimo e amichevole, studenti e stelle del cinema, artisti di fama internazionale che sfilano all’ombra di San Colombano. Tutto questo è il Bobbio Film Festival.