La crisi non risparmia l’mpresa femminile, 561 aziende chiuse in cinque anni

Leggera riduzione delle imprese femminili registrate a Piacenza tra il giugno del 2015 ed il giugno del 2016: la consistenza è calata di 14 unità, pari ad una variazione percentuale negativa di 0,2 punti. L'andamento di tali variazioni si differenzia lievemente nel panorama delle province vicine: crescita (anche se inferiore al punto percentuale) a Parma e Reggio Emilia, riduzione anche a Cremona, Si mantiene stazionario il peso delle imprese femminili sul totale di quelle registrate. L'incidenza è del 21,5%, allineata con quella media nazionale (21,7%). Osservando le dinamiche a livello settoriale si vede che la riduzione superiore ha interessato numericamente il comparto agricolo nel quale sono venute meno 22 aziende. Quattordici in meno anche le imprese collocate nel settore del commercio.

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Sono invece 14 in più le imprese nel settore dell'alloggio e ristorazione e 9 in quello dei servizi. Nel corso del primo semestre del 2016 le iscrizioni sono state 260 mentre le cessazioni 279: il turnoner esiste ma non è tale da compensare le chiusure.  Nel periodo che va dal 2011 (anno nel quale il numero di aziende femminili avevano raggiunto il picco più alto) ad oggi, sono ben 561 (ovvero il 7,98%) le unità che mancano al totale. Se esaminata in termini percentuali questa variazione risulta piuttosto elevata, seconda, nel nostro territorio di confronto, a quella di Lodi, prossima a quella dell'intero Paese.

Variazione nel numero di imprese femminili (dati di stock): Piacenza e territori di confronto Variazione 2011-giugno 2016 in valore assoluto percentuale:

Piacenza -561 -7,98
Parma -232 -2,45
Reggio Emilia -638 -6,14
Cremona -390 -6,20
Lodi -340 -9,73
Pavia -792 -7,04
ITALIA -115.404 -8,05