BRACCONIERI FERMATI A BORGONOVO: POLIZIA PROVINCIALE E GUARDIE VOLONTARIE SORPRENDONO I RESPONSABILI
Nell’ambito di una campagna antibracconaggio
Nella notte del 26 Luglio uccidono un cinghiale nei pressi di Castelnovo (Borgonovo V.T.) nella zona di ripopolamento e cattura vietata alla caccia, ma vengono sorpresi dalla Polizia provinciale e dalle Guardie volontarie, nell’ambito di una campagna antibracconaggio organizzata dal Nucleo tutela faunistica della Polizia provinciale di Piacenza.
Oltre agli Uomini della Polizia provinciale (Ispettore Sup. Roberto Cravedi e Assistente Scelto Achille Antonelli) hanno partecipato all’intervento le Guardie venatorie volontarie appartenenti alle Associazioni:
- ANUU Migratoristi “Associazione dei Migratoristi Italiani per la conservazione dell’ambiente naturale”;
- EnalCaccia e Pesca;
- F.I.d.C. Federazione Italiana della Caccia.
Nei giorni precedenti erano giunte segnalazioni relative a spari in ore notturne nella zona compresa tra le località Castelnovo, Breno, Bilegno e Borgonovo ed è stato immediatamente organizzato un presidio notturno con diverse pattuglie dislocate in punti strategici da dove osservare il territorio circostante.
Verso le 22,00 un fuoristrada con due persone a bordo entrava in un prato vicino a Castelnovo V.T., percorreva un ampio giro di perlustrazione, illuminandolo in ogni punto, all’improvviso si fermava e dal veicolo veniva esploso un colpo d’arma da fuoco in direzione di un cinghiale. Dopodiché, a luci spente, il mezzo cercava furtivamente di allontanarsi ma nel punto di ingresso al campo ha trovato ad attenderli una pattuglia di Volontari e Polizia provinciale che bloccava i Bracconieri.
A bordo del veicolo due cinquantenni della zona, uno alla guida del mezzo e l’altro seduto a fianco che cercava inutilmente di nascondere un fucile da caccia di grosso calibro.
Nel campo restava il cinghiale ucciso, trafitto dal colpo sparato con precisione.
Nessuna giustificazione plausibile per un gesto tanto sconsiderato. Non solo perché la zona è già interessata da un piano di eradicazione del cinghiale eseguito da personale abilitato dalla Regione ma soprattutto perché l’uso di fucili a canna rigata o carabine di grosso calibro nelle vicinanze di centri abitati e in piena oscurità è un comportamento estremamente pericoloso, considerato che i colpi sparati possono percorrere migliaia di metri e colpire punti non visibili dallo stesso sparatore.
Ai due piacentini, oltre alle conseguenti sanzioni amministrative, sono state contestate diverse ipotesi di reato, quali l’esercizio venatorio in periodo di chiusura generale della caccia, in zona di ripopolamento e cattura e lo sparo dal veicolo.
Le indagini sono coordinate dal Pubblico Ministero Dott. Roberto Fontana, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Piacenza.
Anche in questa occasione la Polizia provinciale, sempre presente sul territorio a tutela del patrimonio faunistico-ambientale, desidera evidenziare quanto sia importante e prezioso il contributo del personale volontario appartenente alle Associazioni venatorie, senza il quale molte azioni di contrasto al bracconaggio sarebbero vanificate.
Volontari che ogni giorno e ogni notte mettono a disposizione il proprio tempo e la profonda conoscenza del territorio per garantire a tutta la nostra comunità la tutela della fauna selvatica e il rispettoso svolgimento dell’attività venatoria.
A loro, va il più sincero ringraziamento.