Cure palliative a domicilio, al via con un’equipe di giovani professioniste

Accompagnare i pazienti in fase avanzata della malattia tra le mura di casa e permettere loro di restare accanto alla famiglia. Sono gli obiettivi della nuova equipe medica di Cure palliative domiciliari che da lunedì accompagnerà l'attività dei due Hospice del territorio piacentino. Un'equipe giovanissima composta dalla psicologa Valentina Vignola, da Giulia Mazzoni, medico specializzato in cure palliative, e Silvia Bonfanti, infermiera.

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Un team che si impegnerà a garantire un percorso terapeutico completo e professionale direttamente a domicilio. Il progetto sarà in grado di coinvolgere almeno inizialmente circa 200 pazienti.La Fondazione mette a disposizione un fondo di 120mila euro che basterà a coprire il primo anno di progetto: "Un anno sperimentale al termine del quale, se l'esperienza risulterà positiva, il progetto sarà certamente proseguito se non addirittura ampliato" commenta il presidente della Fondazione Massimo Toscani.

"Un progetto dal grande impatto umano – sottolinea la dottoressa Raffaella Bertè, responsabile per le cure palliative del Reparto di Oncoematologia dell'Ospedale di Piacenza – proprio questa mattina mentre camminavo sono stata fermata da un uomo che mi ha parlato della moglie, una donna che sta affrontando le ultime fasi di una patologia cronica, e mi ha chiesto se fosse possibile portare a casa la moglie per vivere gli ultimi giorni insieme. Ebbene, da oggi possiamo orgogliosamente contare su una struttura professionale e medica organizzata e in grado di garantire ai pazienti le cure del caso tra le mura domestiche e in famiglia".

Nel 2015 sono state 730 le richieste giunte all'Ausl di Piacenza per l'avviamento di un iter terapeutico palliativo, 430 le persone curate presso i due Hospice del territorio piacentino, le restanti in ospedale e per ora ancora poche quelle seguite a domicilio: "Un uomo è libero nel momento in cui ha libertà di scelta e la libertà di scegliere il luogo del ricovero assume un significato fondamentale per un paziente – commenta il direttore dell'Ausl Luca Baldino – con questo protocollo non ci limitiamo a garantire un servizio, ma la dignità del paziente".

Un ringraziamento sentito e caloroso alla Fondazione è giunto da tutte le parti in causa, compreso l'ex presidente della Croce Rossa Renato Zurla che da tempo lottava per ottenere un progetto mirato alla cura del paziente terminale e l'Ordine dei Medici rappresentato da Augusto Pagani che ha sottolineato come le cure palliative rappresentino un orizzonte cardine per la Medicina, un apsetto da potenziare "anche perché – dice Pagani – andiamo verso una società dove gli anziani saranno sempre più numerosi e così anche i cittadini fragili".