Seduti in poltrona, senza vita: in via Maggi una tragedia senza spiegazione

Sono stati trovati seduti ognuno su una poltrona, all'interno della camera da letto. Lui teneva ancora tra le mani la pistola, un Revolver Smith&Wesson, l'arma con cui ha sparato due colpi contro la moglie e uno contro sé stesso. Davide Giuliani, 45 anni, e Simona Rossi, 50 anni, sono morti così, i cadaveri ritrovati ieri sera, giovedì 23 giugno, intorno alle 20 dal fratello della donna, allertato dai colleghi di lei, preoccupati non avendola vista sul lavoro, alla scuola dove lei era impiegata come ausiliaria. Secondo i primi rilievi sanitari i due erano morti da almeno 12 ore, dettaglio che potrebbe aiutare gli inquirenti a delineare l’arco temporale in cui si è consumata la tragedia: nessuno dei vicini, infatti, ha sentito gli spari e le ultime notizie dei due risalgono alle 19,50 della sera prima, quando la 50enne ha risposto a un messaggio su Whatsapp inviatole da un'amica. Sempre la sera stessa i vicini dicono di aver visto i due riordinare il giardino di casa insieme.

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Nessuna ipotesi sul movente alla base della tragedia, anche ascoltando parenti e amici gli investigatori non sono riusciti a trovare un motivo plausibile che possa aver portato a questo drammatico epilogo. Certo è che i carabinieri escludono categoricamente il coinvolgimento di una terza persona confermando la pista dell'omicidio-suicidio. Sui cadaveri non sono stati trovati segni di colluttazione, elemento che, insieme alla posizione dei corpi entrambi seduti su poltrone vicine, lascerebbe pensare a un gesto consenziente da parte di entrambi. Ma su questo gli inquirenti non si sbilanciano anche perché, come detto, non è ancora possibile effettuare ipotesi circa il motivo di questo gesto. Si scava nella vita privata dei due, lavoro, affari, salute, tutte le piste restano percorribili. Ancora non è stata predisposta l'autopsia sui corpi, esame che sarà comunque effettuato a breve anche per rilevare eventuali tracce tossicologiche nel sangue.

Vicini di casa e amici parlano di una coppia affiatata e serena. Lei, come detto, lavorava come ausiliaria in una scuola materna della città, lui era conosciuto in quanto titolare dell’armeria “La Lupa” in via Corneliana. Giuliani non aveva alcun precedente, mai un episodio di violenza, mai atteggiamenti aggressivi, i clienti lo ricordano come gentile e disponibile. In casa conservava alcune armi, tutte regolarmente denunciate, che utilizzava al poligono come passatempo: una passione, quella per le armi da fuoco, che non corrispondeva affatto al suo carattere. Un fatto di sangue che dunque non trova spiegazioni. Agli inquirenti il duro compito di capire cosa sia accaduto la notte tra mercoledì 22 e giovedì 23 giugno: dopo aver risposto al messaggio Whatsapp e dopo aver riordinato cortile e giardino è accaduto qualcosa, qualcosa di terribile, qualcosa a cui Simona non si è opposta o non ha potuto opporsi: Davide ha sparato alla moglie dopo averla narcotizzata e adagiata sulla poltrona? Oppure si tratta di un estremo patto di amore tra due coniugi che insieme hanno deciso di farla finita? Comunque sia andata la domanda più importante, per ora, resta: perché?