Approda in Parlamento il caso della preside del Terzo circolo didattico di Piacenza Maria Giovanna Forlani licenziata in tronco qualche settimana fa su disposizione del direttore dell'ufficio scolastico regionale Stefano Versari. Un caso molto discusso che ha tenuto banco negli ultimi mesi in città, ripreso anche dalla stampa nazionale e trattato a più riprese da noi di Piacenza24 che a marzo abbiamo raccolto lo sfogo della dirigente scolastica (leggi e ascolta qui). Forlani da una parte, docenti e un consistente gruppo di genitori dall'altra, dunque. Il tutto basato su problematiche di gestione del circolo (che comprende scuole primarie e dell'infanzia tra le più prestigiose del territorio, come la primaria Pietro Giordani), su incompatibilità e tensioni tra insegnanti e preside, su un clima definito insostenibile. Morale, un mese fa il licenziamento contro la quale la preside (che è non vedente) ha annunciato appello di fronte al giudice del lavoro.
Oggi la questione è all'attenzione del ministero dell'Istruzione. A portarcela è il senatore leghista lombardo Paolo Arrigoni con un'interrogazione ufficiale. Al ministro chiede, testualmente, «se non ritenga di avocare a sé ogni indagine, provvedimento o istruttoria in corso a riguardo della posizione della preside Maria Giovanna Forlani di Piacenza che, affetta da cecità, è contrastata nel suo lavoro, a quanto riferiscono i media, dal personale dipendente e da organizzazioni politicamente e sindacalmente caratterizzati». E chiede anche di sapere «per quale motivo il Provveditorato territorialmente competente non fornisca alla stessa gli aiuti previsti della legge numero 68 del 1999 per i disabili».
Un'interrogazione alla quale ora si attende risposta e che dimostra come il caso della preside Forlani – al centro di contestazioni pesantissime in ogni contesto scolastico nel quale abbia lavorato come dirigente tra Piacenza e Parma – sia tutt'altro che chiuso.
Caso sul quale a maggio aveva preso una posizione netta anche l'associazione dei Liberali piacentini: «Il licenziamento in tronco e senza preavviso di una disabile, il cui caso è già giunto all'attenzione della stampa nazionale e comunicato con atto a mezzo di ufficiale giudiziario, è un atto di una gravità inaudita. Basti dire che la stampa nazionale ha sottolineato che ad una cieca (che cercava di fare il suo lavoro e di interessare ad esso i suoi collaboratori) sono stati negati persino i sussidi – così ha scritto sempre la stampa nazionale – previsti dalla legge. Naturalmente pensiamo che la parola definitiva spetterà alla magistratura del lavoro».