Prostitute schiave, stanato dalla latitanza Genci Lamaj cugino del boss Lefter

Ordine di custodia cautelare per Lamaj Genci. Il provvedimento è legato a un'operazione che risale al 2000 quando i carabinieri del Reparto operativo di Piacenza smantellarono un'organizzazione criminale dedita all'introduzione in Italia e alla riduzione in schiavitù di ragazze albanesi costrette a prostituirsi. Parliamo di un periodo storico in cui Piacenza era tra le principali piazze del nord Italia in tema di prostituzione da strada; un periodo di vera e propria guerra tra bande armate che aveva fatto registrare anche nel Piacentino delitti gravissimi. Basti ricordare, proprio nel 2000, l'omicidio di Betty Ponce Ramirez, ventenne sudamericana legata al cugino di Genci, Lefter Lamaj, capo dell'organizzazione e tutt'ora latitante; la ragazze venne violentata e uccisa a Mortizza sulle rive del Po in “diretta telefonica” proprio con Lefter Lamaj. Per quell'omicidio furono condannati altri tre albanesi rivali dell'organizzazione di Lamaj. Uno di loro è ancora latitante. 

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Al momento della sentenza nei confronti di Genci Lamaj, emessa nel 2010, furono comminate 8 condanne con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. Tra i condannati mancava all'appello proprio Lamaj Genci, fuggito subito. Il mandato di cattura fu diramato anche all'Interpol che dopo sei anni di ricerche e indagini ha stanato dalla latitanza il fuggitivo, oggi 45enne, in Albania. Estradato in Italia dovrà ora scontare quattro anni e dieci mesi di reclusione. Resta latitante, come detto, il cugino del 45enne, Lefter Lamaj, boss indiscusso del racket della prostituzione a Piacenza tra gli anni '90 e i primi anni 2000.