Terrorismo, Alfano: «Controlli, non muri. Distinguere chi prega da chi spara»

«Quando c'erano i muri, c'erano le guerre e c'era la povertà. Quando sono caduti i muri, c'è stata la pace e c'è stato il benessere». E' l'equazione – così l'ha definita – che il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha voluto subito mettere in chiaro appena arrivato a Piacenza, questa mattina, per prendere parte a un affollatissimo incontro alla Cattolica sul tema del terrorismo di matrice islamica. Il ministro, laureato in Giurisprudenza proprio alla Cattolica, oltre ad essere “sul pezzo” per motivi istituzionali è anche fresco di stesura di un volume interamente dedicato al tema in questione con un focus particolare sulla percezione che i popoli, quello italiano ma più in generale quelli europei, hanno della minaccia terroristica legata alle azioni dell'autoproclamato Stato Islamico. Il libro si intitola "Chi ha paura non è libero. La nostra guerra contro il terrore" ed è stato presentato in mattinata nell’ambito di una tavola rotonda promossa dalla Facoltà di Economia e Giurisprudenza, con il Corso di Laurea magistrale in Giurisprudenza e con il Dipartimento di Scienze giuridiche.

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Un tema che più sentito non poteva essere, sia a livello nazionale e internazionale, sia a livello più strettamente locale, piacentino. E' di queste ore, infatti, la notizia di una rivolta messa in atto da alcuni detenuti all'interno del penitenziario delle Novate per protestare contro il sistema carcerario: hanno fatto danni per migliaia di euro mentre inneggiavano all'Isis. Basta questo per creare allarme anche se verosimilmente i detenuti in questione con il Califfato non hanno nulla a che fare. Un allarme che non viene affatto sottovalutato, dice subito Alfano: «Sappiamo che le carceri sono luoghi di potenziale radicalizzazione ed ecco perché teniamo sotto monitoraggio costante i nostri istituti di pena. Ogni settimana si riunisce il Comitato di analisi strategica antiterrorismo e in quel comitato siede anche il rappresentante del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. Tutto questo per essere sicuri che questa forma di monitoraggio avvenga sempre in termini aggiornati settimanalmente, e tutto ciò sarà fatto con riferimento al carcere di Piacenza». Ma non solo. Il ministro ci tiene a sottolineare che il tema in questione, e cioè quello del monitoraggio di potenziali minacce terroristiche, avviene grazie alla collaborazione stretta con Europol; collaborazione che è in atto da parte di tutti gli stati europei e che riguarda i cosiddetti indiziati di secondo livello. Perché esiste un secondo livello, dice Alfano, che tiene conto di specifici indicatori di rischio. «Non è vero che i nostri centri di accoglienza sono già invasi da ispettori europei che ci commissariano, è una forzatura. Anzi, Europol sta bandendo un concorso per aprire 150 postazioni di controllo e noi, in Italia, siamo protagonisti di un sistema di prevenzione che ha funzionato e sta funzionando». 

Tornando alla paura di cui il ministro Alfano parla nel suo libro, «è la paura che il popolo europeo ha di perdere la propria libertà attraverso una serie continua di aggressioni terroristiche, non solo nei confronti di obiettivi sensibili ma anche nei confronti dei nostri luoghi di vita quotidiana». «La paura – dice Alfano – è un sentimento umano comprensibile, legittimo, che dobbiamo combattere. E la risposta che l'Europa e l'Italia deve dare è miliare, di polizia, legislativa ma deve esserci anche una risposta culturale: dobbiamo prima di tutto separare chi prega da chi spara. Non possiamo accomunare i musulmani d'Italia e d'Europa con coloro che prendono a pretesto un Dio per mettere in atto il loro folle disegno e cioè istituire un califfato e metterlo sotto la guida di un autoproclamatosi califfo». 

Separare chi prega da chi spara, certo, ma gli sbarchi continuano; e per alcuni non è solo una questione religiosa ma è proprio una questione di numeri che incidono sulla vita, sull'economia del Paese. Così la pensa il manipolo di irriducibili del Fronte d'Azione capitanato da Maurizio Callegari che questa mattina, nonostante la pioggia, ha atteso il ministro Alfano di fronte alla Cattolica reggendo un gigantesco striscione con una scritta inequivocabile: «Fermiamo l'immigrazione». «Gli sbarchi in Italia sono quasi raddoppiati – dice Callegari sventolando la stampa di un articolo di Repubblica.it datato 31 marzo 2016 – Sono passati dai 10mila nel 2015 agli oltre 18mila di quest'anno, peraltro ancora a metà. E' un'ondata che rischia di travolgere tutto il sistema. Gli italiani sono già in difficoltà per i fatti loro; non possiamo accettare di essere governati da chi decide di anteporre le esigenze dei migranti a quelle dei propri cittadini».

Protesta e polemiche a parte, l'accoglienza al ministro è stata quella delle grandi occasioni. “Siamo lieti che il ministro Alfano abbia accettato di partecipare a questa Tavola rotonda nel nostro Ateneo. L’università è per eccellenza il luogo in cui si sviluppa il pensiero razionale, le idee vengono messe a confronto in modo aperto e si formano le nuove generazioni, senza demagogie o secondi fini.- sottolinea il prof. Antonio Albanese presidente del corso di laurea in Giurisprudenza della Cattolica di Piacenza-. Il filo conduttore del libro del ministro Alfano è la costante l’attenzione verso l’essere umano. Non soltanto verso gli abitanti delle metropoli occidentali, minacciati nella tranquillità della loro routine quotidiana, ma verso tutti coloro che, indipendentemente dalla loro religione e cultura, sono vittime del medesimo terrore, che, sia pure con metodi diversi, impedisce loro di esprimere liberamente la propria personalità.”

“In facoltà abbiamo a cuore la crescita dei nostri studenti, che punta alla multidisciplinarità dei saperi – rimarca la preside della facoltà di Economia e Giurisprudenza piacentina prof.ssa Anna Maria Fellegara -. Vogliamo accompagnare, in questi anni importanti, gli uomini e le donne che a breve prenderanno il loro posto nella società, farne cittadini responsabili, aperti e fiduciosi. L’incontro con un “ex alunno” che oggi è un servitore civile dello Stato sarà certamente un momento di crescita”.

L’evento prevede i saluti istituzionali del Rettore dell’Università Cattolica prof. Franco Anelli, della Preside della Facoltà di Economia e Giurisprudenza prof.ssa Anna Maria Fellegara, e dei professori Antonio Albanese, Francesco Centonze, Antonio G. Chizzoniti, Salvatore Mazzamuto, Dino Guido Rinoldi e Pierpaolo Triani, che animeranno il dibattito.

Al termine della tavola rotonda si è tenuta la consegna delle 16 borse di studio bandite dalla Facoltà di Economia e Giurisprudenza con il contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano, della borsa di studio Avv. Giuseppe Gardi e delle 2 borse di studio bandite in memoria della sig.ra Emanuela Castellina.