Hanno chiuso l’auto in una zona isolata della campagna pavese e li hanno arrestati. Così l’altro pomeriggio è stata sgominata una banda che spacciava eroina e cocaina tra Fiorenzuola, Carpaneto, Alseno e Castellarquato. E’ la quarta banda che viene smantellata dai carabinieri di Fiorenzuola da dicembre ad oggi (ben 11 arresti) a riprova di come la droga, in qualsiasi forma, stia tornando ai livelli di consumo degli anni Ottanta. Questa volta in manette sono finiti tre stranieri nordafricani di origine marocchina: Mohamed Souit 22 anni, Abdelati Lebrigui 23 anni, Omar Mattos 19 anni, tutti giovanissimi e tutti domiciliati a Milano. Dopo essere stati seguiti a bordo dell’auto, sono stati bloccati in una stradina in aperta campagna. Uno di loro aveva con sé 41 grammi di eroina (possibili 80 dosi), sostanza che in questo periodo va per la maggiore sia per chi si fa in vena sia per chi la inala. Sono accusati di spaccio. I carabinieri comandati dal maggiore Emanuele Leuzzi hanno accertato che si andavano a rifornire nel Pavese, in particolare a Santa Cristina e Bissone, per poi distribuire la sostanza nel Piacentino. Una delle zone di spaccio era un casolare a poche centinaia di metri in linea d’aria dalla caserma dei carabinieri di Fiorenzuola. Sequestrati anche un coltello, un bilancino di precisione e quattro telefoni cellulari.
“È il quarto gruppo di spaccio che azzeriamo da dicembre ad oggi – ha detto Leuzzi – ma non ci fermeremo. Sappiamo che altre persone si dedicano a questa attività e troppi giovani, anche di Fiorenzuola, cadono nella rete”. Una preoccupazione fatta propria anche dal comandante provinciale, il colonnello Corrado Scattaretico, il quale ha lanciato un allarme e fatto un invito a tutti. “Gli assuntori sono tutti di giovane età. C’è addirittura gente che si prostituisce per procurarsi i soldi per lo stupefacente. Il problema della tossicodipendenza sta diventando di nuovo molto grave. Prezzi bassi e consumi esagerati. Si sta tornando indietro. Questa problematica ne innesca altre. Dobbiamo cercare di sensibilizzare amici, famigliari e realtà sociali affinché si rendano conto di quello che gli accade intorno. Queste persone non sono lucide e quando commettono dei reati accadono cose gravi. Dico un fermo No a un placet sociale sul consumo di stupefacenti”.