Esulta il Comitato “No al bitume, sì al Parco del Trebbia”, che da oltre un anno si batte contro l’installazione – e il via libera accordato dal Comune di Gossolengo – di un impianto di produzione di conglomerato bituminoso tra la Rossia e Molinazzo. Le novità in merito alla questione sono state esposte durante una partecipata, come sempre, assemblea pubblica. In pratica, si tratta della scoperta – da parte degli aderenti al Comitato – della comunicazione ricevuta dall’amministrazione comunale da parte di Arpa Emilia Romagna, pubblicata sull’albo pretorio, che “le opere di impermeabilizzazione dell’area destinata ad accogliere i depositi di rifiuti sono state colpevolmente omesse, senza che nessuno impedisse alla ditta titolare dell’autorizzazione di procedere al deposito di enormi cumuli di rifiuti”.
In buona sostanza, sempre secondo il Comitato, “il fatto è tanto più grave, se si considera che i cumuli risultano depositati su una superficie inghiaiata, in assenza delle necessarie opere di regimazione delle acque, tali da evitare la dispersione delle stesse nel sottosuolo, peraltro ad elevatissima vulnerabilità delle falde”.
Una situazione che ha costretto il Comune di Gossolengo, dopo il via libera già accordato al progetto – non senza polemiche – ad emettere una ordinanza del sindaco in regime di urgenza per far rimuovere i cumuli presenti e obbligare la ditta alla preparazione corretta del terreno sottostante. “Tutto questo alla faccia dei severissimi controlli che amministrazione comunale e enti preposti avevano promesso durante la turbolenta assemblea pubblica dello scorso luglio”, hanno aggiunto i rappresentanti del Comitato “No al bitume, sì al Parco del Trebbia”.
Parallelamente, tutta la documentazione è stata trasmessa all’autorità giudiziaria e la Commissione si è pronunciata sulla petizione al Parlamento europeo al quale il Comitato si era rivolto – supportata da più di 700 firme – e l’ha ritenuta ammissibile “in quanto materia di interesse”.
Il sindaco di Gossolengo, Angelo Gillani, ha però voluto chiarire: "L'impianto è stato autorizzato dal luglio dello scorso dall'ufficio tecnico del Comune e il Comitato ha fatto un ricorso al Tar. Questo è un fatto. Il secondo riguarda la questione attuale, cioè il deposito del cosiddetto 'fresato stradale' nella zona del cantiere, senza aver fatto le opere dovute, come l'impermeabilizzazione. Per questo ho emesso una ordinanza, con tempo 60 giorni, per far rimuovere questo tipo di rifiuti e di provvedere alla sistemazione. Ma questo non c'entra niente con l'iter dell'impianto, che non è in discussione, nonostante personalmente non sia così favorevole".