Proponeva a ditte del Piacentino vendite di legname su Internet. E utilizzava poi i dati sensibili delle aziende per farsi rilasciare carte carburante e intascarsi i soldi. Una truffa on line che, per diversi mesi tra il 2013 e il 2014, ha fruttato migliaia e migliaia di euro a un piacentino, pregiudicato per reati specifici. Nel processo che si è aperto oggi in tribunale a Piacenza davanti al giudice Italo Ghitti (piemme Antonio Rubino, avvocato difensore Gianmarco Lupi), l’uomo deve rispondere di furto, falso e sostituzione di persona. Tantissimi gli episodi contestati da svariate aziende della provincia di Piacenza collocate, ad esempio, a Fiorenzuola, Caorso, Castellarquato. In base a quanto ricostruito in aula dagli investigatori della polizia postale di Mantova (che hanno operato insieme ai colleghi di Piacenza) e dai titolari delle ditte raggirate, l’uomo riusciva ad ottenere i dati dopo aver proposto vendite di partite di legname on line. Naturalmente il legname non arrivava mai. Tuttavia il presunto truffatore, una volta ottenuto i dati bancari e societari, si recava in posta, compilava i moduli per ottenere carte carburante da vari gestori di compagnie petrolifere, e se le faceva consegnare ad indirizzi ad hoc dopo aver opportunamente comunicato il cambio di sede tramite il servizio postale “Seguimi”. Come sedi sceglieva case abbandonate provviste ancora di casella postale. I legali rappresentanti delle ditte, ignari di aver ordinato carte carburante, si accorgevano della truffa almeno dopo un mese, quando la compagnia emetteva il cedolino del bilancio. Un modus operandi usato anche con le carte telefoniche che gli ha permesso di intascare una cifra, quella accertata, molto vicina a diecimila euro in pochi mesi.