Dalla promozione del prodotto turistico alla valorizzazione di un mix fra destinazioni e prodotti di eccellenza dell’Emilia-Romagna. Non solo riviera, ma anche Appennino, terme e città d’arte, mettendo a sistema l’intero territorio. L’assemblea legislativa ha così approvato la legge che riforma la disciplina dell’organizzazione turistica regionale (in sostituzione della legge 7/98). “Il provvedimento – hanno spiegato i consiglieri Tarasconi e Molinari – intende dare un nuovo impulso alle politiche regionali del turismo. Un settore che senza dubbio coinvolge anche Piacenza e sul quale è indispensabile puntare sempre di più, facendo gioco di squadra tra pubblico e privato. La nostra città, con la sua posizione strategica, sarà sempre più competitiva”.
Il testo di legge, che definisce le attività della Regione e l'esercizio delle funzioni degli enti locali territoriali e degli organismi interessati, ha come principale obiettivo quello di dare una risposta ai cambiamenti del mercato nazionale ed internazionale e contribuire a rilanciare il settore turistico come uno degli asset primari dello sviluppo economico regionale.
“È fondamentale – hanno sottolineato Tarasconi e Molinari – mettere in primo piano i territori con i loro rispettivi prodotti di eccellenza e finalmente attivare una sinergia tra i vari attori, senza la quale il progetto non sarebbe realizzabile. È questo il modo vincente per rispondere alla sfida di nuove forme di turismo sempre più esigenti”.
“Ci riferiamo – hanno continuato – alle innovative e rapide modalità di acquisire informazioni, unitamente al nuovo modo di viaggiare delle persone che cercano esperienze da vivere oltre che località da visitare. Tutto questo decreta un nuovo approccio verso i mercati internazionali”. Protagonista della delineazione delle politiche turistiche è l’ambito territoriale cosiddetto di “area vasta” che definirà i prodotti e le offerte sulle quali investire i fondi per la promo-commercializzazione, in stretta collaborazione tra gli enti locali e le aggregazioni private che si occupano di turismo.
“Certamente – hanno messo in evidenza i consiglieri Pd – questo significa concentrarsi sapientemente su un progetto che include Parma e Reggio, ma con un’ottica nuova, senza ritrovarci cioè a ricoprire ruoli secondari”. I numeri parlano di un cambio di marcia già nel 2014: tra i castelli, turismo fluviale e religioso, Appennino e musei d’arte, nel piacentino le presenze sono aumentate del 7%. Un trend confermato anche nel bilancio del 2015 in cui sono state incluse migliaia di presenze in hotel e bed and breakfast per ciò che concerne il turismo “scientifico”, collegato ai temi dell’Expo. Complessivamente, la regione ha registrato, ad anno appena concluso, oltre 46 milioni di presenze (3,2% in più rispetto al 2014).
Il testo mantiene alla Regione la programmazione e il coordinamento delle attività e iniziative per il turismo attraverso atti d’indirizzo e linee guida. È confermato il ruolo strategico dell’Azienda regionale di promozione turistica, cui si aggiunge il coordinamento di progetti su prodotti di particolare rilevanza per l’Emilia-Romagna. Come hanno spiegato i consiglieri “la concertazione fra i soggetti istituzionali pubblici e privati del settore turistico avviene, a livello regionale, all’interno di una cabina di regia che coinvolgerà anche l’assessorato ai Trasporti, che risulta quindi imprescindibile”. A livello locale le cosiddette destinazioni turistiche di area vasta definiscono le strategie di sviluppo, in concertazione con gli imprenditori turistici privati. “Da tempo – hanno concluso Tarasconi e Molinari – insistiamo sul tema della valorizzazione territoriale. È inderogabile l’esigenza di mettere a sistema le tante eccellenze che abbiamo, ma dobbiamo puntare sulle infrastrutture per permettere ai turisti di spostarsi in modo veloce e agevole”.